domenica, settembre 18, 2016
Le reazioni dei candidati Trump e Clinton mostrano due modi assai diversi di come venga vissuto l'evento. E come dopo la strage di Orlando, l'onda d'urto di un ordigno, anche rudimentale, può spostare gli equilibri di una campagna elettorale.

Mentre ancora sono in corso le indagini della polizia di New York sull'esplosione avvenuta stanotte a Manhattan, nel quartiere di Chelsea, i media statunitensi diffondo le reazioni dei due prossimi candidati alla Casa Bianca, Donald Trump e Hillary Clinton. A 50 giorni dal voto per la Casa Bianca, le reazioni molto diverse dei due, ci dice molto di loro e l'onda d'urto dell'ordigno sulla 23ma strada potrebbe avere delle conseguenze anche sulla gara elettorale.

Da Colorado Springs, nello stato del Colorado, è stato lo stesso repubblicano Donald Trump a dare la notizia ai suoi sostenitori, in apertura di un comizio, commentando un evento sul quale le agenzie di stampa stavano diffondendo i primi dettagli. Una mossa che dimostra ulteriormente la natura di "outsider" del tycoon newyorkese, laddove l'esperienza politica avrebbe suggerito maggior cautela, mentre erano in corso i primi soccorsi e la polizia doveva ancora avviare qualunque indagine.

"Viviamo in certi tempi... Dovremo essere molto duri". Le parole malcelavano un candidato già pronto a rampare a piena velocità la pista terroristica, la svolta securitaria (ed armata) tipica della sua dialettica da uomo forte e al comando. Un atteggiamento ricercato ad appena una settimana dall'anniversario dell'11 Settembre e dopo giorni passati a disquisire sullo stato di salute dell'avversaria.

Ad appena 2 ore di distanza dal comizio, la conferenza stampa del sindaco di New York, de Blasio parlava sì di un "atto intenzionale", ma smentendo al momento qualunque pista terroristica. Tuttora l'inchiesta non ha ancora portato alla luce chi sia stato l'autore, perché abbia agito e con quale obiettivo.

Quasi contemporaneamente, anche Hillary Clinton si è fatta sentire ed i toni sono stati quelli della politica "esperta". La notizia era arrivata all'orecchio della democratica poco dopo il discorso tenuto alla cena del Congressional Black Caucus Foundation a Washington. Tornata a New York davanti ai giornalisti non si è sbilanciata: "Dobbiamo fare tutto il possibile per sostenere i primi soccorritori e pregare per le vittime. Dobbiamo lasciare che si sviluppi l'indagine".

In favore di telecamere, l'ex Segretario di Stato non ha perso l'occasione per lanciare una frecciata sull'avventatezza dell'avversario: "Ritengo sia sempre saggio aspettare di avere qualche informazione prima di saltare a conclusioni, dal momento che siamo soltanto all'inizio e stiamo cercando di capire cosa sia successo".

Dunque l'ordigno rudimentale esploso sulla 23ma, entra con forza all'interno della campagna elettorale, con degli effetti ancora da decifrare. La durezza e l'avventatezza, tipica dell'outsider, usata e abusata da Trump, potrebbe stavolta non pagare, un po' come accadde dopo la strage di Orlando, quando le parole dell'imprenditore lasciarono trasparire un eccesso di opportunismo politico che gli costò ben 2 punti percentuali. Due modi di vedere il mondo e due candidati straordinariamente diversi fra loro, e riflettono l'anomalia di questa campagna elettorale, una contrapposizione quasi totale come di rado era mai accaduto.


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