Inaugurata ieri, terminerà il 22 Luglio. Si discute su come intervenire per migliorare le cure entro il 2020.


Sono circa 18 mila tra scienziati, politici, leader mondiali e persone sieropositive che si sono date appuntamento a Durban, in Sudafrica per la 21° Conferenza Internazionale sull'Aids. Ambizioso l'obiettivo: discutere sullo stato attuale dell'epidemia e su come raggiungere l’obiettivo riconosciuto a livello globale di fornire il trattamento per l’Hiv a 30 milioni di persone entro il 2020.

In una nota dell'Unaids, si legge che, dall'inizio dell'epidemia "sono circa 35 milioni le persone morte per malattie correlate all'Aids e si stima che ci siano 78 milioni di sieropositivi". Un numero elevato, che impone una seria riflessione sulle azioni future.

Il team di Medici senza Frontiere, parte attiva della conferenza in svolgimento a Durban, in una nota dichiara che: "Questo ambizioso obiettivo non potrà essere raggiunto senza sforzi concertati a livello di singoli Paesi; un ampliamento significativo della diffusione del test; il mantenimento delle persone sotto cura in maniera efficace; l’avvio precoce del trattamento e la sua durata per tutta la vita".

Nel solo continente africano, sono poche le persone che possono accedere alle cure. Nella zona occidentale e centrale, tra gli affetti da Hiv, solo una persona su quattro beneficia di cure mediche. Con una popolazione complessiva di 6 milioni e mezzo di sieropositivi, in cui si registra quasi un terzo dei decessi per Aids a livello globale, si denuncia la mancata ricezione di cure volte al trattamento necessario. Ad oggi, Medici senza frontiere, supporta il trattamento per oltre 250 mila persone affette in 19 paesi in Africa, Asia ed Europa orientale. Poche rispetto al totale dei degenti.