venerdì, luglio 01, 2016
Le autorità requisiscono tre acri a Bai Fengju, che saranno usati per costruire un tempio buddista. E una fonte cristiana anonima rivela: “Esiste un documento ufficiale che conferma la persecuzione del governo nei confronti dei fedeli, a livello nazionale”.

Pechino (AsiaNews) - Le autorità cinesi hanno requisito tre acri di terra coltivati a soia a un contadino cristiano povero. Davanti alle sue lamentele un funzionario di governo ha risposto: “Ti spello vivo se osi continuare a protestare”. Lo denuncia China Aid, Organizzazione non governativa che monitora la situazione dei fedeli in Cina. Bai Fengju, coltivatore diretto, conferma il furto dei terreni: questi, gli è stato detto, saranno usati per costruire un tempio buddista a Nanyang, provincia dell’Henan.

La requisizione è avvenuta lo scorso 12 giugno 2016: una settimana prima la pubblica sicurezza aveva usato la forza per cacciarlo, ma alcuni funzionari gli avevano reso il maltolto e offerto 2mila yuan – con le loro scuse personali – per l’accaduto. Un altro cristiano della zona aveva infatti fotografato e messo online le immagini dei bulldozer sui campi di Bai.

Vista la marcia indietro del governo, il contadino aveva ritenuto la faccenda chiusa. Ma le autorità hanno assoldato un gruppo di “teppisti” locali che è rientrato nella sua proprietà distruggendo i campi e cominciando ad alzare i muri della nuova struttura. Quando Bai si è recato sul posto, un funzionario gli ha detto: “Vai a casa e stai nella tua stanza. Ti troverò e ti spellerò”.

Secondo China Aid si tratta dell’ennesimo episodio di persecuzione dei cristiani, fenomeno “in corso” nel Paese. Il gruppo cita un membro della chiesa Huoshi – nella provincia centrale del Guizhou – per descrivere la situazione. Secondo la fonte, infatti, esisterebbe un documento riservato che certifica la decisione governativa di tenere i cristiani nel mirino.

All’inizio, spiega, “pensavo fosse una direttiva a livello cittadino. Ma nel documento si spiega che dietro alla decisione vi sono organi dello Stato a livello provinciale o persino più importanti. Non si tratta di casi singoli: c’è un grande piano dietro tutto questo, e la nostra chiesa è semplicemente parte di questo piano”. Secondo il documento vi sarebbe inoltre un “centro di comando e controllo” centralizzato dietro questi casi di violenze e ingiustizie ai danni dei cristiani.


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