mercoledì, giugno 22, 2016
Disponibile sia per il sistema iOS che Android, l’App conta al suo interno le storie di 22 vittime di mafia. Durante la presentazione di lunedì al Teatro Biondo di Palermo, gli ideatori Pif e Tiziano Di Cata, insieme a tutti i collaboratori e i familiari delle vittime della mafia. 

di Dario Cataldo

Un’idea nata per caso, da una discussione tra amici. A Palermo è normale identificare dei luoghi della città con gli efferati omicidi commessi dalla Mafia. Da qui l’iniziativa a portata di click (qui): realizzare un’applicazione per smartphone che informi sui luoghi teatro degli orrori, impreziosita con le storie delle vittime. Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, regista dell’apprezzata pellicola “La mafia uccide solo d’estate” accolta positivamente sia da critica che dal pubblico, dichiara: “Palermo è già un museo dell'antimafia, noi palermitani abbiamo da sempre utilizzato la città alla Google Maps sfruttando i luoghi degli omicidi come punti di riferimento. Ci siamo detti, perché non sfruttare la cosa per informare la gente in merito”.

L’iniziativa è destinata ad un pubblico trasversale ma è chiaro l’intento di informare le nuove generazioni, educandole alla cultura dell’antimafia, che passa dalla conoscenza della storia di questa organizzazione e dei tanti lutti che ha arrecato.

Per la buona riuscita dell’operazione è stato fondamentale l’apporto dei familiari degli eroi che hanno donato la propria vita per il bene comune. Tramite la concessione di fotografie, testimonianze dirette e tanto altro, si è dato vita a qualcosa che proietta la lotta alla criminalità organizzata nel futuro, nell’epoca del multimediale e dell’interattivo.

Tante le persone giunte alla presentazione al Teatro Biondo. Tra queste si ricordano: il nipote di Don Pino Puglisi; la figlia del Vice Brigadiere Filadelfo Aparo; Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo; Giulio Francese, figlio del giornalista Mario; i coniugi Agostino, genitori di Nino; il fratello del poliziotto Beppe Montana; Tina, la moglie dell'agente Montinaro; la nipote del magistrato Cesare Terranova e la figlia del medico legale Paolo Giaccone.

Ficarra e Picone, insieme ad altri attori, hanno invece prestato le proprie voci per narrare le vicende contenute nell’applicazione. Dichiarano i due comici dal palco del Teatro: “La Sicilia è certamente cambiata e sta ancora cambiando, ce ne siamo resi conto nel momento in cui poco tempo fa ci hanno chiesto di mettere in scena un nostro vecchio pezzo dal titolo "Sono fiero di essere siciliano, mi vergogno di essere siciliano": noi – continuano i due – ci siamo rifiutati, semplicemente perché dal momento in cui è stato scritto sono cambiate davvero tante cose, sono migliorate”.


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