Michel Petrucciani, grande pianista di jazz francese affetto da Osteogenesi imperfecta, il protagonista della puntata di oggi, lunedì 13 giugno, de Il Falco e il Gabbiano in onda alle 15.30 su Radio 24.
“La storia di un uomo preso di mira dalla natura, un uomo alto meno di un metro, deforme, totalmente inadeguato alla vita, con le ossa fragili che si sono rotte centinaia di volte nel corso della sua vita. Eppure è un uomo che ha scritto e suonato delle pagine meravigliose ed è diventato uno dei più grandi jazzisti del Novecento”.
Così Enrico Ruggeri annuncia in video il protagonista della puntata di oggi, lunedì 13 giugno, de Il Falco e il Gabbiano in onda alle 15.30 su Radio 24: Michel Petrucciani.
Michel Petrucciani, grande pianista di jazz francese, ci insegna che il talento e il carattere possono più della malattia. Nato con l’osteogenesi imperfecta, una rara condizione genetica detta anche “malattia delle ossa di vetro” che gli impedisce di camminare fino ai 25 anni e che lo condanna a vivere un’esistenza perennemente afflitta dal dolore, per anni Petrucciani ha dominato il panorama musicale contemporaneo dall’alto dei suoi 99 centimetri di statura.
Nonostante la grave malattia (prima di raggiungere l’adolescenza si romperà le ossa almeno un centinaio di volte) l’infanzia di Michel non è infelice. La sua è una famiglia modesta, il padre Tony è figlio di un immigrato italiano e fa il musicista. Non navigano nell’oro, abitano in una brutta casa vicino l’autostrada, ma c’è sempre la musica e con i due fratelli, che suonano rispettivamente il basso e la chitarra, Michel ha un rapporto forte e affettuoso.
A quattro anni, dopo aver ascoltato il grande Duke Ellington chiede ai genitori di regalargli un pianoforte, ma le cose non vanno esattamente come vuole lui: i genitori infatti comprarono a Michel un pianoforte giocattolo. Quando lui capì che era solo un giocattolo, chiese alla madre di dargli un martello con il quale ruppe tutto. Non aveva l’abitudine di fare questo genere di cose, ma pensò che doveva compiere un atto terribile per farle capire cosa voleva veramente, altrimenti era finita e non avrebbe mai avuto un vero piano. Un gesto estremo, un colpo d’ala se vogliamo, di quelli violenti.
Di certo l’affermazione di una volontà fortissima, o forse di un dono che non poteva restare silenzioso. Ma grazie a questo gesto Michel conquista il suo primo, vero pianoforte e da allora non lo lascia più.
Primo europeo ad aver inciso con l’etichetta Blue Note, acclamato nei concerti in tutto il mondo, Petrucciani inizia a esibirsi a soli 13 anni e da allora non si ferma più. Traferitosi negli Stati Uniti, brucia la sua fragile vita con la noncuranza di chi non vuole arrendersi. Muore a New York nel 1999, a soli 36 anni, ma i suoi dischi sono ancora qui a testimoniare il suo grande talento.
Per l’ascolto: www.radio24.it
Per informazioni: qui
Così Enrico Ruggeri annuncia in video il protagonista della puntata di oggi, lunedì 13 giugno, de Il Falco e il Gabbiano in onda alle 15.30 su Radio 24: Michel Petrucciani.
Michel Petrucciani, grande pianista di jazz francese, ci insegna che il talento e il carattere possono più della malattia. Nato con l’osteogenesi imperfecta, una rara condizione genetica detta anche “malattia delle ossa di vetro” che gli impedisce di camminare fino ai 25 anni e che lo condanna a vivere un’esistenza perennemente afflitta dal dolore, per anni Petrucciani ha dominato il panorama musicale contemporaneo dall’alto dei suoi 99 centimetri di statura.
Nonostante la grave malattia (prima di raggiungere l’adolescenza si romperà le ossa almeno un centinaio di volte) l’infanzia di Michel non è infelice. La sua è una famiglia modesta, il padre Tony è figlio di un immigrato italiano e fa il musicista. Non navigano nell’oro, abitano in una brutta casa vicino l’autostrada, ma c’è sempre la musica e con i due fratelli, che suonano rispettivamente il basso e la chitarra, Michel ha un rapporto forte e affettuoso.
Di certo l’affermazione di una volontà fortissima, o forse di un dono che non poteva restare silenzioso. Ma grazie a questo gesto Michel conquista il suo primo, vero pianoforte e da allora non lo lascia più.
Primo europeo ad aver inciso con l’etichetta Blue Note, acclamato nei concerti in tutto il mondo, Petrucciani inizia a esibirsi a soli 13 anni e da allora non si ferma più. Traferitosi negli Stati Uniti, brucia la sua fragile vita con la noncuranza di chi non vuole arrendersi. Muore a New York nel 1999, a soli 36 anni, ma i suoi dischi sono ancora qui a testimoniare il suo grande talento.
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