mercoledì, giugno 08, 2016
Parola tra le più abusate, adattata alla "guerra santa", Jihad non è solo questo. Dalle pagine di un libro fresco di stampa, Silvia Scaranaci ci aiuta a comprenderne il vero significato.


Recensione di Dario Cataldo


Una religione discussa, dibattuta spesso per le cruenti vicende a cui si legano le sorti dell'Islam e il fondamentalismo di matrice terroristica. Nel libro di Silvia Scaranari edito dalle Paoline, si centra l'attenzione sul termine Jihad, sulle sue origini, sull'evoluzione storica e il significato attuale, alla luce delle dinamiche sociali e culturali di 1,5 miliardi di musulmani. L'approccio è professionale, distaccato dai luoghi comuni che girano intorno agli ambienti islamici. Il libro fa parte di una nuova collana "Islam saperne di più" che tratta di tematiche coraniche con una chiara impronta riflessiva, ma che non pretende di essere rivolto solo al mondo accademico. Il linguaggio utilizzato fa di "Jihad significato e attualità", un documento di chiara comprensione, rivolto a tutti.

Già dal nome si gettano le basi per un'analisi differente da quello che è l'immaginario collettivo. Partendo dal nome al maschile "Jihad", al contrario del suo improprio utilizzo al femminile, per indicare la "guerra santa", si articola una discussione che affronta "lo sforzo teso verso uno scopo determinato", ovvero la vera traduzione del vocabolo, per adattarlo all'uso storico.

In origine la locuzione indicava uno "sforzo" teso verso la conversione ad Allah; una perenne tensione per il raggiungimento delle vette religiose. Che le vicende economiche, espansionistiche e culturali dei seguaci di Maometto, ne abbiano ampliato il significato, adattandolo al Corano, è un dato di fatto. Altra novità introdotta dal testo, che spesso i mass media omettono è che non tutte le guerre combattute dai musulmani possono però fregiarsi dell'espressione "Jihad". Sono tali le battaglie in nome dell'islamizzazione dei territori e per la conversioni degli infedeli.

Hamas in Palestina, Al-Quaida in Afghanistan, Boko Haram in Nigeria, Al-Shabab in Somalia, Califfato dell'Isis tra l'Iraq e la Siria, sono tutti risvolti di una stessa megaglia: il terrorismo prestato alla religione musulmana. Forzature di concetti modellati ai propri scopi politici ed economici. L'ispirazione di fanatici rivoluzionari, purtroppo è una realtà con cui fare i conti, anche in Occidente.

Continuare a nascondere la testa sotto la sabbia potrebbe essere ancor più devastante. Le ingenti somme di denaro nelle mani dei terroristi islamici, l'utilizzo dello strumento del "martirio-suicidio" come premio escatologico per la lotta all'infedele, sono argomenti che hanno un certo effetto su menti facilmente volubili. Ecco che una presa di posizione sia dal mondo musulmano che da quello occidentale, aperto al dialogo costruttivo, potrebbe estirpare un problema in metastasi.

L'Autorevole studio di Silvia Scaranari, aiuta in questo. Cofondatrice del "Centro Federico Peirone" per il dialogo cristiano-islamico di Torino, dispiega le basi per un nuovo confronto con una religione monoteista che ha punti in comune con le altre due grandi religioni - ebraismo e cristianesimo - e che purtroppo, deve fare i conti con una frangia bellicosa al suo interno, volta a ingiustificati estremismi.



SCHEDA DEL LIBRO

Titolo: Jihad significato e attualità

Autore: Silvia Scaranari

Editore: Paoline

ISBN: 9788831547611

Pagine: 140

Prezzo di copertina: € 9,35 (acquista on line)

Collana: Islam saperne di più


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