giovedì, giugno 16, 2016
"Sulla corruzione è inutile fare una legge o un'altra, tanto non vengono rispettate",osserva il Presidente ANM in un convegno a Milano su corruzione e riciclaggio. "La corruzione è un fenomeno diffuso,ma poco denunciato - accusa l'ex pm - si fanno norme che non servono o fanno danni".

"Nei cda si commettono reati di maggiore gravità che non sono subito visibili e qualcuno dice che io straparlo quando dico che i reati dei colletti bianchi sono più pericolosi di quelli da strada". Lo ha affermato il presidente Anm Piercamillo Davigo, intervenendo ad un convegno sul tema del contrasto alla corruzione organizzato dall'Ordine dei commercialisti in collaborazione col Comune di Milano.

Davigo torna, dunque, a puntare il dito contro i colletti bianchi e il legislatore che fa leggi che "non servono o fanno danni". L'esempio è quello del processo Parmalat, dove c’erano "45 mila parti civili". E ha aggiunto: "Quanto ci impiega uno scippatore a fare 45 mila vittime? E quanti soldi può poi avere una signora nella borsetta? Mentre in Parmalat c’era chi aveva investito i soldi di una vita".

Ad aggravare il quadro, secondo l'ex pm di Mani Pulite, il fatto che "i colletti bianchi poi in carcere non ci finiscono", ribadendo le parole già espresse lo scorso 22 aprile nel corso della lectio magistalis al Master in prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e corruzione dell’Università di Pisa, quando tuonò: "La classe dirigente di questo Paese quando delinque fa un numero di vittime incomparabilmente più elevato di qualunque delinquente da strada e fa danni più gravi".

Stavolta, però, Davigo ha fatto riferimento anche alla politica, che quando interviene lo fa spesso con risultati discutibili, e ai media, incapaci di informare correttamente: "Il legislatore, ma anche i mezzi di informazione, raccontano ai cittadini italiani cose sbagliate sulla corruzione, sugli appalti e sui fondi neri e sulla base di queste cose sbagliate si fanno norme che nell'ipotesi migliore non servono a niente e in quella peggiore creano danni".

Nel mirino, come già avvenuto negli ultimi giorni, il nuovo Codice degli appalti:"È pura fantascienza e non c’entra con ciò che accade nella realtà". "Che senso ha poi aumentare le pene se non si scoprono i corrotti e i corruttori?" Si domanda provocatoriamente il presidente delle toghe italiane, secondo il quale l'unica arma valida per intervenire in materia di corruzione sia l'uso massiccio di intercettazioni.

Un punto di vista critico che, infine, non lascia scampo neppure alla pratica del whistleblowing, ovvero la denuncia tra i dipendenti pubblici, definito "una cosa stucchevole": "Stiamo parlando del nulla - ha specificato - tutto questo si può sintetizzare come fumo negli occhi".


Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa