martedì, maggio 24, 2016
Imu alle scuole paritarie? Non paghiamo, conosciamo le leggi meglio di loro - se chiudiamo le scuole, cosa darà il comune a 1600 bambini? Al limite un po’ di nutella.

 

“Non paghiamo, abbiamo fatto tutti i ricorsi perché noi le leggi le conosciamo non come loro, ma meglio di loro”. Così monsignor Luigi Negri, Arcivescovo di Ferrara, a 24Mattino su Radio 24 interviene sulla richiesta del comune di chiedere il versamento di 100mila euro di Imu alle scuole paritarie gestite dalla diocesi. “Secondo la linea politica di questo governo, e di quelli precedenti, fino alla solita sentenza creativa della Corte di Cassazione, non siamo tenuti (a pagare l’IMU n.d.r.)” ha aggiunto l’Arcivescovo“Le parrocchie che hanno affittato parte dei loro stabili a scuole, che non possono essere rubricate sotto enti di profitto, non sono mai state tenute al pagamento di queste cose”. 

Alla domanda sul perché definisse ‘creativa’ la sentenza della Cassazione che lo scorso luglio ha deciso che le scuole di Livorno dovessero pagare, mons. Negri ha risposto: “Dico sentenza creativa perché è venuta in mente a un gruppetto di giudici sulla questione particolarissima dell’assessore di Livorno che ha bloccato tutto il Paese. Io non ci sto – ha aggiunto Negri - voglio che il governo dica qualcosa e il governo è Renzi. Spero che mi risponda, ma non credo che lo farà. E’ indecente che non venga affrontato il problema della libertà della scuola e della libertà d’educazione.
Invece di aprire a un pluralismo effettivo per i giovani che stanno andando a ‘schifìo’ perché non hanno proposte, invece di fare un azione di rilancio positivo della scuola ci mettiamo a prendere 100mila euro da un parte, perché?!” 

“Non so come finirà - ha concluso il vescovo di Ferrara su Radio 24 - Se le nostre scuole chiudessero, quello che starà peggio non sarà il Arcivescovo di Ferrara, ma il Comune che si troverà 1600 bambini a cui non so cosa potrà dare. Forse una porzione di Nutella. Chi ha in mano un’amministrazione deve fare i conti non solo con la burocrazia statale, ma con l’esigenza del popolo”.


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