Un ginecologo ed un anestesista di Messina accusati di "spingere" le pazienti a scegliere lo studio privato a pagamento di uno dei due per illecite interruzioni di gravidanza.
di Dario Cataldo
L'Operazione condotta dalla Polizia di Stato ha portato al fermo di due medici; concussione e peculato i reati per il ginecologo e l'anestesista. La struttura, secondo gli investigatori, sarebbe stata priva dei requisiti di legge. Le pazienti erano "dirottate" dalle strutture pubbliche con la falsa motivazione che un intervento in ospedale non fosse possibile, per mancanza di posti disponibili e per lunghe liste d'attesa.
I due soggetti in stato di fermo sono Giuseppe Luppino, primario del reparto di Anestesia e rianimazione dell'ospedale Papardo-Piemonte, e il dirigente medico Giovanni Cocivera, della divisione di Ostetricia e ginecologia, della stessa struttura sanitaria.
L'accusa è di quelle che indignano e spiazzano l'opinione pubblica: sono considerati responsabili di avere convinto, con l'inganno, donne in stato di gravidanza ad abortire nello studio privato di uno dei due. Secondo gli investigatori, inoltre, la stessa struttura sarebbe priva dei prescritti requisiti igienico-sanitari ed ostetrico-ginecologici.
Un altro caso di malasanità che coinvolge povere sventurate facilmente ricattabili. Le pazienti erano letteralmente private del diritto di accesso alle pubbliche cure. Per la Procura di Messina, Luppino e Cocivera ingannavano le vittime sostenendo che un intervento in ospedale non fosse possibile. Questa era la carta vincente per speculare sulle vittime sacrificali, provocando un esborso di ingenti somme di denaro e sostenere l'intervento in studi privati.
di Dario Cataldo
L'Operazione condotta dalla Polizia di Stato ha portato al fermo di due medici; concussione e peculato i reati per il ginecologo e l'anestesista. La struttura, secondo gli investigatori, sarebbe stata priva dei requisiti di legge. Le pazienti erano "dirottate" dalle strutture pubbliche con la falsa motivazione che un intervento in ospedale non fosse possibile, per mancanza di posti disponibili e per lunghe liste d'attesa.
I due soggetti in stato di fermo sono Giuseppe Luppino, primario del reparto di Anestesia e rianimazione dell'ospedale Papardo-Piemonte, e il dirigente medico Giovanni Cocivera, della divisione di Ostetricia e ginecologia, della stessa struttura sanitaria.
L'accusa è di quelle che indignano e spiazzano l'opinione pubblica: sono considerati responsabili di avere convinto, con l'inganno, donne in stato di gravidanza ad abortire nello studio privato di uno dei due. Secondo gli investigatori, inoltre, la stessa struttura sarebbe priva dei prescritti requisiti igienico-sanitari ed ostetrico-ginecologici.
Un altro caso di malasanità che coinvolge povere sventurate facilmente ricattabili. Le pazienti erano letteralmente private del diritto di accesso alle pubbliche cure. Per la Procura di Messina, Luppino e Cocivera ingannavano le vittime sostenendo che un intervento in ospedale non fosse possibile. Questa era la carta vincente per speculare sulle vittime sacrificali, provocando un esborso di ingenti somme di denaro e sostenere l'intervento in studi privati.
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