Da una pizzeria in Svizzera a un impero immobiliare costituito da ville, terreni e appartamenti in Liguria, Campania e Sardegna. La storia di Tommaso Ricci (58), ritenuto responsabile dei reati di usura, tentata estorsione in concorso e trasferimento fraudolento di valori.
Nelle prime ore della mattinata, al termine delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica della Spezia, la D.I.A. di Genova e la Guardia di Finanza della Spezia hanno sequestrato conti correnti, partecipazioni societarie, fabbricati, automezzi, terreni ed un agriturismo per un valore complessivo di oltre 6 milioni di euro, accumulati illecitamente da Tommaso Ricci, sarzanese di origine napoletana di 58 anni.
Secondo gli inquirenti agli ordini del colonnello Sandro Sandulli, Ricci è ritenuto responsabile dei reati di usura, tentata estorsione in concorso e trasferimento fraudolento di valori. Secondo gli investigatori, l’indiziato, dopo aver gestito una pizzeria in Svizzera negli anni '80 e aver ottenuto per il tramite della moglie un'eredità miliardaria, ha costruito un vero e proprio impero, prestando denaro a imprenditori e artigiani in difficoltà a tassi di interesse anche del 200% annuo.
Le attività investigative erano state avviate nel corso del 2014, nell'ambito di un'indagine antimafia, che portò all'arresto di Domenico Romeo, originario di Roccaforte del Greco (Reggio Calabria), imprenditore spezzino ritenuto contiguo alla ’ndrangheta.
Lo stesso Ricci, però, si sarebbe avvalso di elementi "vicini alla camorra per intimidire" le sue vittime, per organizzare "spedizioni punitive" nei confronti di un debitore restio a pagare e recuperare i crediti.
In particolare, dall'inchiesta salterebbe fuori il nome di Pietro Moisé, arrestato nel 2010 per una lunga serie di truffe ai danni delle banche locali, e di Aristide Angelillo, ex collaboratore di giustizia oggi ritenuto "soggetto ad alta pericolosità sociale", condannato per strage (è considerato responsabile di un ordigno esploso negli uffici della questura di Perugia nel 2004), traffico di droga (fu arrestato per l’importazione di mezza tonnellata di cocaina dal Venezuela), detenzione di armi ed estorsioni.
Nelle prime ore della mattinata, al termine delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica della Spezia, la D.I.A. di Genova e la Guardia di Finanza della Spezia hanno sequestrato conti correnti, partecipazioni societarie, fabbricati, automezzi, terreni ed un agriturismo per un valore complessivo di oltre 6 milioni di euro, accumulati illecitamente da Tommaso Ricci, sarzanese di origine napoletana di 58 anni.
Secondo gli inquirenti agli ordini del colonnello Sandro Sandulli, Ricci è ritenuto responsabile dei reati di usura, tentata estorsione in concorso e trasferimento fraudolento di valori. Secondo gli investigatori, l’indiziato, dopo aver gestito una pizzeria in Svizzera negli anni '80 e aver ottenuto per il tramite della moglie un'eredità miliardaria, ha costruito un vero e proprio impero, prestando denaro a imprenditori e artigiani in difficoltà a tassi di interesse anche del 200% annuo.
Le attività investigative erano state avviate nel corso del 2014, nell'ambito di un'indagine antimafia, che portò all'arresto di Domenico Romeo, originario di Roccaforte del Greco (Reggio Calabria), imprenditore spezzino ritenuto contiguo alla ’ndrangheta.
Lo stesso Ricci, però, si sarebbe avvalso di elementi "vicini alla camorra per intimidire" le sue vittime, per organizzare "spedizioni punitive" nei confronti di un debitore restio a pagare e recuperare i crediti.
In particolare, dall'inchiesta salterebbe fuori il nome di Pietro Moisé, arrestato nel 2010 per una lunga serie di truffe ai danni delle banche locali, e di Aristide Angelillo, ex collaboratore di giustizia oggi ritenuto "soggetto ad alta pericolosità sociale", condannato per strage (è considerato responsabile di un ordigno esploso negli uffici della questura di Perugia nel 2004), traffico di droga (fu arrestato per l’importazione di mezza tonnellata di cocaina dal Venezuela), detenzione di armi ed estorsioni.
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