Un’azione congiunta della Polizia di Stato e la Guardia di Finanza, sotto il controllo della Procura distrettuale della Repubblica di Catania, ha fermato 16 extracomunitari indagati per lo sbarco di 884 migranti nel porto catanese.
Attraverso un protocollo investigativo d’intesa, tra Procura, Squadra mobile e Sezione operativa navale delle Fiamme Gialle di Catania, è stato possibile indagare sul rimorchiatore “Vos Thalassa” che al largo delle coste siciliane, trasportava migranti dalle coste libiche. Gli imbarcati giunti in Libia da differenti paesi d’origine, dalle dichiarazioni emerse avrebbero pagato una somma che varia dai 500 ai 1000 euro per la traversata. Inoltre, prima dell’improvvisato viaggio, sarebbero stati dai 30 ai 45 giorni in attesa, sorvegliarti dai trafficanti e con una razione di cibo distribuita soltanto una volta al giorno.
Dalle investigazioni è emerso che Diallo Mohammad, cittadino gambiano, sarebbe il driver del natante, mentre gli altri 15 in stato di fermo sarebbero i responsabili di mantenere l’ordine a bordo e dell’approvvigionamento del necessario per la navigazione.
Il traffico dei migranti via mare è un business redditizio, spesso associato alle attività criminali di trafficanti libici. I provvedimenti di fermo scaturiti dalla sinergia delle forse dell’ordine, si aggiungono ad azioni che dall’inizio del 2016, hanno consentito di sottoporre a fermo un numero pari a 33 scafisti a fronte di 9 sbarchi attestati presso il porto di Catania.
Attraverso un protocollo investigativo d’intesa, tra Procura, Squadra mobile e Sezione operativa navale delle Fiamme Gialle di Catania, è stato possibile indagare sul rimorchiatore “Vos Thalassa” che al largo delle coste siciliane, trasportava migranti dalle coste libiche. Gli imbarcati giunti in Libia da differenti paesi d’origine, dalle dichiarazioni emerse avrebbero pagato una somma che varia dai 500 ai 1000 euro per la traversata. Inoltre, prima dell’improvvisato viaggio, sarebbero stati dai 30 ai 45 giorni in attesa, sorvegliarti dai trafficanti e con una razione di cibo distribuita soltanto una volta al giorno.
Dalle investigazioni è emerso che Diallo Mohammad, cittadino gambiano, sarebbe il driver del natante, mentre gli altri 15 in stato di fermo sarebbero i responsabili di mantenere l’ordine a bordo e dell’approvvigionamento del necessario per la navigazione.
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