lunedì, aprile 11, 2016
In occasione dell’edizione 2016 dello Slow Art Day appena conclusa, la giornata internazionale dedicata ad osservare e a degustare con lentezza le opere d’arte nei musei, il progetto universitario “La vita delle opere”, in collaborazione con sette musei italiani, ha proposto un modo nuovo e diverso per scoprire la lunga e avvincente storia di 7 opere d’arte. 

Il Progetto “La vita delle opere: dalle fonti al digitale. Progetto pilota per la ricerca e la comunicazione nei musei della storia conservativa delle opere d’arte” (quinasce dalla necessità di rendere visibile al pubblico la lunga storia che ogni opera d’arte ha attraversato nella sua vita.

Le opere d’arte infatti non sono nate come oggi le vediamo e non sono state realizzate per i musei dove oggi sono esposte, ma nel tempo sono state trasformate e spostate, sono state oggetto di interventi e modifiche da parte di artisti, custodi, restauratori, studiosi, collezionisti, mercanti, ladri, conservatori: generazioni di persone che ne hanno scritto la biografia e che ne hanno consentito la trasmissione fino ai nostri giorni.

Proprio la volontà di condividere queste “storie segrete” con il pubblico ha portato allo sviluppo del progetto “La vita delle opere”, sostenuto dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e realizzato da tre storiche dell’arte, Antonella Gioli, Università di Pisa, Maria Beatrice Failla, Università degli Studi di Torino e Chiara Piva, Università Ca'Foscari di Venezia, che coordineranno le attività dello Slow Art Day, ospitate dai sette musei.

Ad oggi sono 170 i musei e le gallerie che in tutto il mondo partecipano allo Slow Art Day, una manifestazione che vuole esortare ad osservare lentamente le opere d'arte, un'esigenza sempre più sentita, tanto da aver portato il New York Times a proporre ai suoi lettori "L'arte di rallentare in un museo".

Il pubblico che il 9 aprile ha scelto di condividere le storie del Convito in Casa Levi di Paolo Veronese, alle Gallerie dell'Accademia di Venezia, del Ritratto d’uomo di Antonello da Messina, a Palazzo Madama di Torino, dell’Annunciazione di Orazio Gentileschi, alla Galleria Sabauda di Torino, delle sculture dei Generali divini del periodo Kamakura, al Museo d'Arte Orientale di Venezia, della Croce attribuita a Giunta Pisano nel Museo Nazionale di San Matteo a Pisa, dell’Addolorata del Museo Diocesano di Massa e del Chiostro dei Padri del Museo Nazionale della Certosa Monumentale di Calci, ha avuto la possibilità di vivere un'esperienza diversa, una lenta scoperta di un'opera d'arte, quasi una degustazione, attraverso i racconti degli studenti e dei ricercatori che aderiscono al progetto “La vita delle opere”.

Poiché lento non è da intendersi con statico, tra le attività proposte spicca il live tweeting dello Slow Art Day, nel corso del quale gli organizzatori, tra cui si segnalano i cinguettii di Maria Elena Colombo che collabora per la progettazione degli strumenti digitali e come digital media curator, e i visitatori stessi, hanno condiviso le loro impressioni, i momenti più sorprendenti e le storie della giornata, che sono state seguite anche su Twitter grazie agli hashtag #SLOWARTDAY2016 #VITAOPERE.

Per approfondire il progetto “La vita delle opere” si rimanda al sito www.lavitadelleopere.com

Per informazioni: La vita delle opere, lavitadelleopere@gmail.com, www.slowartday.com. Sharon Reichel


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