1986-2016: Trent'anni di Internet in Italia. Un semplice messaggio da Pisa a Roaring Creek negli Stati Uniti ha cambiato la storia del nostro Paese.
di Angelica Lo Duca
Sono trascorsi trent'anni dal lontano 30 aprile 2016, da quando l'Italia per la prima volta sì è connessa ad Internet: il segnale partì dal Centro Universitario per il Calcolo Elettronico (CNUCE) di Pisa e arrivò alla stazione di Roaring Creek, in Pennsylvania. Si trattava di un semplice click sul tasto Invio della tastiera del computer, da cui però scaturì l'invio di un messaggio di "ping", a cui fece seguito un "ok" dalla parte del centro statunitense. Fu così che l'Italia si collegò alla rete Arpanet, formata già da un centinaio di computer negli Stati Uniti. Eravamo il quarto Paese europeo ad entrare in questa rete, dopo Norvegia, Inghilterra e Germania dell'ovest.
La riuscita del progetto, però, fu in parte rallentata dalla mancanza di fondi per la ricerca a livello italiano. Se non fosse stato per i fondi messi a disposizione dagli USA, sicuramente al CNUCE non avrebbero potuto comprare tutte le costosissime apparecchiature necessarie per la comunicazione. Basti pensare che il primo router era grande quanto un frigorifero!
In realtà quest'evento passò del tutto inosservato, in quanto il mondo era alle prese con il disastro di Chernobyl, avvenuto qualche giorno prima. Neanche i protagonisti di questa storia, tre ricercatori di Pisa, guidati dal prof. Luciano Lenzini, allora ventiseienne, si resero conto dell'importanza di questo semplice messaggio. Per loro si trattava semplicemente di partecipare ad un progetto di ricerca.
Da allora molte cose sono cambiate, basti pensare che oggi 63 italiani su 100 sono connessi ad Internet, attraverso smartphones, tablets e computers. Restano fuori circa 24 milioni di italiani, probabilmente perché non possiedono un dispositivo adatto per l'accesso ad Internet, oppure perché vivono in zone rurali, difficilmente raggiungibili dalla banda larga.
Anche il Presidente del Consiglio Matteo Renzi commenta l'importanza di questo giorno, ringraziando, anche se con difficoltà, essendo fiorentino, la città di Pisa per aver dato avvio a questo grande valzer. Chiede inoltre all'Italia di rientrare nella zona "Champions League" europea, cioè tra i primi Paesi europei in materia di Internet. Il Presidente continua dicendo che Internet costruisce una rivoluzione. Egli propone di portare Internet anche nelle zone più disagiate e portare la banda larga in tutti i comuni, con una connessione minima di 30 Mbytes nelle zone più disagiate e di 100 Mbytes nelle altre zone. Il futuro è di chi arriva prima, conclude Renzi.
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Sono trascorsi trent'anni dal lontano 30 aprile 2016, da quando l'Italia per la prima volta sì è connessa ad Internet: il segnale partì dal Centro Universitario per il Calcolo Elettronico (CNUCE) di Pisa e arrivò alla stazione di Roaring Creek, in Pennsylvania. Si trattava di un semplice click sul tasto Invio della tastiera del computer, da cui però scaturì l'invio di un messaggio di "ping", a cui fece seguito un "ok" dalla parte del centro statunitense. Fu così che l'Italia si collegò alla rete Arpanet, formata già da un centinaio di computer negli Stati Uniti. Eravamo il quarto Paese europeo ad entrare in questa rete, dopo Norvegia, Inghilterra e Germania dell'ovest.
La riuscita del progetto, però, fu in parte rallentata dalla mancanza di fondi per la ricerca a livello italiano. Se non fosse stato per i fondi messi a disposizione dagli USA, sicuramente al CNUCE non avrebbero potuto comprare tutte le costosissime apparecchiature necessarie per la comunicazione. Basti pensare che il primo router era grande quanto un frigorifero!
In realtà quest'evento passò del tutto inosservato, in quanto il mondo era alle prese con il disastro di Chernobyl, avvenuto qualche giorno prima. Neanche i protagonisti di questa storia, tre ricercatori di Pisa, guidati dal prof. Luciano Lenzini, allora ventiseienne, si resero conto dell'importanza di questo semplice messaggio. Per loro si trattava semplicemente di partecipare ad un progetto di ricerca.
Da allora molte cose sono cambiate, basti pensare che oggi 63 italiani su 100 sono connessi ad Internet, attraverso smartphones, tablets e computers. Restano fuori circa 24 milioni di italiani, probabilmente perché non possiedono un dispositivo adatto per l'accesso ad Internet, oppure perché vivono in zone rurali, difficilmente raggiungibili dalla banda larga.
Anche il Presidente del Consiglio Matteo Renzi commenta l'importanza di questo giorno, ringraziando, anche se con difficoltà, essendo fiorentino, la città di Pisa per aver dato avvio a questo grande valzer. Chiede inoltre all'Italia di rientrare nella zona "Champions League" europea, cioè tra i primi Paesi europei in materia di Internet. Il Presidente continua dicendo che Internet costruisce una rivoluzione. Egli propone di portare Internet anche nelle zone più disagiate e portare la banda larga in tutti i comuni, con una connessione minima di 30 Mbytes nelle zone più disagiate e di 100 Mbytes nelle altre zone. Il futuro è di chi arriva prima, conclude Renzi.
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