Un Giovedì Santo particolare per la celebrazione del Santo Padre. Liturgia a Castelnuovo di Porto, tra i richiedenti asilo.

di Dario Cataldo

Per la prima volta Papa Francesco celebra fuori le mura cittadine la Santa Messa che apre il Triduo Pasquale 2016. Tra i profughi e i richiedenti asilo, al Cara, vicino Roma, il Pontefice ha spiazzato ancora una volta l'opinione pubblica.Un messaggio chiaro quello lanciato durante l'Omelia: l'accoglienza del fratello in difficoltà ha la prerogativa sull'egoismo, sul controllo del proprio orticello.

La bontà e la fratellanza devono avere il sopravvento sull'indifferenza. Dall'esempio del tradimento di Giuda l'Iscariota, Papa Bergoglio ha chiesto unità piuttosto che divisione. Emblematico è stato il rito della lavanda dei piedi,in cui Francesco ha mostrato il volto sano della Chiesa, quello più radicato nei valori evangelici.

Il bacio e il sorriso del Successore di Pietro dopo aver lavato i piedi di uomini e donne di diverse etnie e religioni, testimoniano la necessità di un cambiamento. Sollevare barriere non aiuta di certo ad arginare il flusso migratorio.

La disperazione dei tanti profughi che chiedono aiuto merita attenzione e pronta risposta. La presenza di musulmani alla celebrazione eucaristica è inoltre lo spot più bello all'indomani degli attentati di Bruxelles.

L'islam non è dunque solo l'Isis. Il califfato si nasconde dietro il pretesto religioso per ambire al potere economico sul Medio Oriente prima e sull'Occidente dopo.Il segno di servizio e attenzione verso il prossimo che il Papa ha mostrato dal Centro di accoglienza è il messaggio più diretto che ci si poteva attendere.