lunedì, marzo 21, 2016
È iniziato il futuro delle esplorazioni spaziali. Jeff Bezos e la sua Blue Origin tentano il salto di qualità.

di Paolo Antonio Magrì 

Jeff Bezos, fondatore di Amazon, dà un’ulteriore zampata nella corsa verso il turismo spaziale. Già il 23 novembre scorso il re dell’e-commerce aveva segnato una tappa importante nella conquista dello Spazio non relegata soltanto alle missioni scientifiche governative. In quell’occasione il suo New Shepard ha raggiunto con successo l’altitudine di 100,5 chilometri (la cosiddetta linea di Kármán, considerata convenzionalmente il confine tra l’atmosfera terrestre e lo Spazio), sganciando nel punto più alto della sua traiettoria una capsula pressurizzata senza equipaggio e tornando indietro nella base operativa di Van Horn in Texas. Prima di rientrare sulla Terra con un atterraggio in sicurezza mediante dei paracadute, la capsula – che ha raggiunto la velocità di Mach 3,72 cioè circa 4.593 chilometri all'ora – ha “fluttuato” liberamente per 4 minuti nello spazio. In quei minuti gli occupanti della capsula, se ci fossero stati (ma in quell’occasione era vuota) avrebbero vissuto l’esperienza dell’assenza di peso e goduto della vista mozzafiato della Terra dallo Spazio.

Il 22 gennaio è stato poi concesso il bis, dimostrando che Blue Origin è in grado senza problemi di far volare e atterrare un New Shepard già usato: una tecnologia ancora agli esordi, ma che sta già dando promettenti ed eccellenti risultati. La “business idea” di Jeff Bezos è di portare in gita nello spazio suborbitale fino a 6 facoltosi paganti per volta, arrivando per primo ad accaparrarsi la ghiotta fetta del turismo spaziale. Adesso Mister Amazon si prepara ad un ulteriore salto di qualità puntando ad oltrepassare la soglia suborbitale – target del suo rivale Elon Musk – mediante nuovi razzi e nuove capsule spaziali Shepard senza pilota e totalmente autonome: sei sedili orizzontali, ognuno direzionato verso il proprio finestrino.

Il nuovo modulo di propulsione è il Tail 3 – il primo era precipitato nell'aprile dello scorso anno, il secondo ha compiuto già due viaggi – mentre il nuovo motore sarà il Blue Engine 4 (BE-4) che dovrà far schizzare in alto il razzo Vulcan, recente modello di riferimento per i viaggi nello spazio. Il nuovo veicolo orbitale – il Very Big Brother, che dovrebbe essere lanciato nel 2019 – è progettato per "nuove frontiere" e sarà portato nello Spazio da un razzo riutilizzabile (risultato già raggiunto nei precedenti due test sub-orbitali), uno step necessario per ottenere un abbattimento importante dei costi, da trasferire poi in termini di economicità sul prezzo finale dei futuri “fuoriporta spaziali”.

Tutti pronti ad acquistare un biglietto per le stelle?

Segui Paolo Antonio Magrì su Twitter e Facebook

Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa