Terzo giorno di tregua in Siria: sporadiche le violazioni, con lo scambio di accuse di responsabilità tra Russia, Turchia e Arabia Saudita.
Radio Vaticana - “Evitiamo altri incidenti” avvertono gli Stati Uniti “è nell'interesse di tutti dare una chance al processo di pace”. Intanto nel vicino Iraq, l’Is torna a colpire in diverse aree: l’attacco più sanguinoso è avvenuto in un mercato di Baghdad con 70 morti. Il servizio di Gabriella Ceraso: ascolta
Suscita tante speranze, ma è difficile da realizzare, la tregua siglata tra Mosca e Washington con l’appoggio del Consiglio di sicurezza dell’Onu e scattata alla mezzanotte di venerdì scorso. Restano fuori i jihadisti dell’Is e di al Nusra, ma anche i curdi del Partito dei lavoratori del Kurdistan che l’artiglieria turca continua a colpire in particolare a nord di Raqqa dove ieri si sono registrate oltre 10 vittime. Non si è trattato dell’unica violazione nel Paese, interessate anche le aree di Hama e Homs, la provincia di Latakia e quella di Idlib. Nove violazioni conta Mosca, che accusa i ribelli di colpire specie la periferia di Damasco dove si contano almeno due morti. Le opposizoni parlano invece di 15 violazioni lamentando raid su Aleppo e Homs. Lo stesso fa Ryad col dito puntato sul Assad e sui jet russi alleati. Nonostante tutto però, toni rassicuranti arrivano dalle diplomazie americana e russa e l’amministrazione Obama fa sapere di contare sul fatto che il processo di pace prosegua soprattutto per il bene del popolo sitriano. Ieri comunque è stata una giornata difficile anche nel vicino Iraq, dove l' Is ha colpito il cuore di Baghdad con un duplice attentato suicida in un mercato di Sadr City, distretto sciita, facendo almeno 70 morti e100 feriti. Ma vittime si contano anche più a nord della capitale, nel quartiere generale militare di Abu Ghraib, dove sono stati almeno otto i soldati morti in seguito ad un attentato dei miliziani jihadisti.
Radio Vaticana - “Evitiamo altri incidenti” avvertono gli Stati Uniti “è nell'interesse di tutti dare una chance al processo di pace”. Intanto nel vicino Iraq, l’Is torna a colpire in diverse aree: l’attacco più sanguinoso è avvenuto in un mercato di Baghdad con 70 morti. Il servizio di Gabriella Ceraso: ascolta
Suscita tante speranze, ma è difficile da realizzare, la tregua siglata tra Mosca e Washington con l’appoggio del Consiglio di sicurezza dell’Onu e scattata alla mezzanotte di venerdì scorso. Restano fuori i jihadisti dell’Is e di al Nusra, ma anche i curdi del Partito dei lavoratori del Kurdistan che l’artiglieria turca continua a colpire in particolare a nord di Raqqa dove ieri si sono registrate oltre 10 vittime. Non si è trattato dell’unica violazione nel Paese, interessate anche le aree di Hama e Homs, la provincia di Latakia e quella di Idlib. Nove violazioni conta Mosca, che accusa i ribelli di colpire specie la periferia di Damasco dove si contano almeno due morti. Le opposizoni parlano invece di 15 violazioni lamentando raid su Aleppo e Homs. Lo stesso fa Ryad col dito puntato sul Assad e sui jet russi alleati. Nonostante tutto però, toni rassicuranti arrivano dalle diplomazie americana e russa e l’amministrazione Obama fa sapere di contare sul fatto che il processo di pace prosegua soprattutto per il bene del popolo sitriano. Ieri comunque è stata una giornata difficile anche nel vicino Iraq, dove l' Is ha colpito il cuore di Baghdad con un duplice attentato suicida in un mercato di Sadr City, distretto sciita, facendo almeno 70 morti e100 feriti. Ma vittime si contano anche più a nord della capitale, nel quartiere generale militare di Abu Ghraib, dove sono stati almeno otto i soldati morti in seguito ad un attentato dei miliziani jihadisti.
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