giovedì, febbraio 18, 2016
Papa Francesco ha concluso il suo viaggio in Messico. Poco prima delle 15.00 l'arrivo all'aeroporto di Roma-Ciampino, poi - prima del rientro in Vaticano - la tradizionale visita di ringraziamento nella Basilica di Santa Maria Maggiore davanti all'immagine della Salus Populi Romani. 

Radio Vaticana - Ultima tappa della sua visita è stata la Messa a Ciudad Juarez, a soli 80 metri dal confine con gli Usa dove sorge la rete anti-immigrati, davanti a centinaia di migliaia di persone. “Mai più morte e sfruttamento!”: è stato l'accorato appello lanciato dal Papa all'omelia, col pensiero rivolto ai tanti che cercano una nuova speranza al di là della frontiera e diventano invece "carne da macello”. Il servizio di Massimiliano Menichetti: ascolta


Fedeli alla Messa del Papa al di là della rete, negli Usa 
Il Messico e gli Stati Uniti per alcune ore sono diventati una cosa sola. Il Papa nell’ultimo giorno del suo viaggio apostolico ha celebrato la Messa a Ciudad Juarez una delle città più violente del mondo, dove la tratta di esseri umani si lega al narcotraffico, dove migliaia di persone muoiono nel tentativo di attraversare il confine per entrare negli Stati Uniti, ad El Paso: tanti ce la fanno. E molti erano lì, dietro la rete, anche vescovi statunitensi, ad 80 metri dal piccolo palco verde su sfondo bianco su cui il Papa ha celebrato la speranza e la vittoria della vita sulla morte.

L'accoglienza calorosa e la preghiera alla grande 
Croce Francesco è stato accolto dalla gioia della gente che lo ha accompagnato per tutto questo viaggio in terra messicana. I colori papali risaltavano tra la sabbia, gli arbusti e la roccia che disegnano questa città sul confine del fiume Rio Grande che qui si riduce ad un canale tra due argini di cemento. Poco prima della Messa, Francesco è andato verso la grande Croce di legno posta sul confine e ha pregato in silenzio: lì ci sono anche le scarpe dei migranti a simboleggiare i tanti morti nel tentativo di passare la frontiera, ha salutato benedetto migliaia di fedeli: i muri e le reti si sono dissolti nell’amore di Cristo per l’uomo:

Mai più morte e sfruttamento 
“Mai più morte e sfruttamento! C’è sempre tempo per cambiare, c’è sempre una via d’uscita e un’opportunità, c’è sempre tempo per implorare la misericordia del Padre”.

Il Papa ha chiesto a Dio “il dono della conversione, un “cuore aperto”, il “dono delle lacrime per poter vedere:

“Sono le lacrime che possono aprire la strada alla trasformazione; sono le lacrime che possono ammorbidire il cuore, sono le lacrime che possono purificare lo sguardo e aiutare a vedere la spirale di peccato in cui molte volte si sta immersi”.

Vuoti legali che schiacciano sempre i più poveri 
Ha guardato al dramma delle migrazioni a causa delle crisi umanitarie e a chi cerca speranza viaggiando anche a piedi “attraversando centinaia di chilometri per montagne, deserti, strade inospitali”, poi ha parlato dei “vuoti legali”, della droga, dello sfruttamento e della “rete” - ha detto - che “si tende” approfittando di bisogno, debolezza e “cattura e distrugge sempre i più poveri”:

Carne da macello 
“Ingiustizia che si radicalizza nei giovani: loro, come carne da macello, sono perseguitati e minacciati quando tentano di uscire dalla spirale della violenza e dall’inferno delle droghe”.

“E che dire delle tante donne - ha aggiunto - alle quali è stata strappata ingiustamente la vita”. Il Papa ha toccato il cuore dei fedeli e le lacrime solcavano il volto di molti, ha parlato dell’umanità schiacciata in questa città e spesso in ogni luogo di confine:

“Un passaggio, un cammino carico di terribili ingiustizie: schiavizzati, sequestrati, soggetti ad estorsione, molti nostri fratelli sono oggetto di commercio del transito umano”.

Conversione e misericordia, vie di salvezza In questo anno giubilare ha indicato la via della “conversione” della “salvezza” della “misericordia” per uscire da questa “spirale di morte”. Ha lodato il lavoro “di tante organizzazioni della società civile in favore dei diritti dei migranti” in cui sono impegnati molti religiosi, religiose, sacerdoti e laici. Persone ha detto che difendono la “vita” “rischiando molte volte la propria”:

“Con la loro vita sono profeti di misericordia, sono il cuore comprensivo e i piedi accompagnatori della Chiesa che apre le sue braccia e sostiene”.

Giovani, speranza per il Messico 
Nel saluto finale il Papa ha parlato del “valore dei giovani” che sono “la speranza di questo popolo”, evidenziando che "la notte ci può sembrare enorme e molto oscura”, ma che “esistono tante luci che annunciano la speranza”.

Nessun muro può impedire l'amore di Dio 
Poi rivolgendosi a tutti prima dell’affidamento alla Vergine di Guadalupe - mentre decine di palloncini bianchi e gialli salivano in cielo, quasi simbolicamente, dal confine messicano a quello statunitense - riferendosi anche alle nuove tecnologie, ha sottolineato:

“Possiamo pregare, cantare e festeggiare insieme l'amore misericordioso che Dio ci dona, e che nessun confine potrà impedirci di condividere”.


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