giovedì, febbraio 04, 2016
Impossibile non farselo piacere a prima vista, iCub è uno dei robot tecnologicamente più avanzati in circolazione e il progetto è tutto italiano. Lo abbiamo incontrato nel corso del PFEXPO tenutosi a Milano in questi giorni, un evento organizzato da ProfessioneFinanza che ha attirato professionisti da tutto il paese e ha visto a margine soluzioni innovative come iCub.  

HD Blog - Otto anni fa è cominciata la sua ideazione, da allora sono stati realizzati numerosi prototipi grazie all'impegno dell'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova e i finanziamenti pubblici. Dopo aver dimostrato il suo valore sono arrivate le richieste oltre confine, il team che lavora sul robot va ovviamente fiero di questo aspetto visto che vanta diversi iCub sparsi per il globo (Giappone, USA; Germania, Spagna, Francia e tanti altri). Uno degli aspetti più interessanti di questo progetto è la condivisione: i gruppi di ricerca lavorano contemporaneamente sul piccolo robot e partecipano attivamente alla sua evoluzione, confermando il carattere open source.

Questo modello esposto a Milano è poco più alto di 1m e non è il più evoluto, il tronco è infatti ancorato a terra, non è in grado di camminare. Ma ci vede benissimo, e reagisce attivamente agli stimoli, le due videocamere posizionate sugli occhi riconoscono gli oggetti, li catalogano e li tracciano in tempo reale. Il suo gioco preferito è con la palla rossa, iCub è in grado di individuarla e afferrarla con le sue dita meccaniche, e le tracce luminose sul viso mimano le smorfie che per il momento grado di esprimere. Proprio su questo fronte ci saranno presto evoluzioni, i tecnici ci hanno rivelato che i prossimi androidi avranno una nuova testa, con tanto di bocca e movimenti della mandibola a renderlo ancora più umano.

Lo scheletro è realizzato interamente in Ergal, lega che assicura un'ottima resistenza meccanica e un peso estremamente contenuto. Nonostante i motori elettrici, i cavi e le giunture metalliche, iCub pesa infatti intorno ai 25 kg. Non si tratta soltanto dei movimenti coordinati e l'aspetto amichevole, iCub è in diretto contatto con l'ambiente esterno grazie ad una rete sterminata di sensori. La maggior parte sono distribuiti sulla pelle sintetica, un rivestimento che si trova su tutta la parte superiore del corpo: braccia, petto, spalle e schiena. Il robot sente il contatto ed è in grado di reagire a questi input, un passo importante verso la consapevolezza di sè.

Il progetto è in continua evoluzione, grazie soprattutto al contributo dei tanti istituti di ricerca che ci stanno lavorando. I prossimi iCub saranno leggermente più alti e miglioreranno le capacità motorie, è prevista anche una versione commerciale molto più "economica" da 15 - 20 mila euro, dieci volte in meno di questi prototipi attuali (costo di circa 250 mila euro). Continueremo ovviamente a seguire le evoluzioni di iCub anche in futuro, fieri di un progetto ambizioso realizzato e diretto da competenze italiane.


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