lunedì, giugno 29, 2015
La Tunisia rafforza le misure anti terrorismo mentre i turisti continuano a lasciare il Paese. In Europa e Stati Uniti è massima allerta per nuovi possibili attacchi. Il servizio di Marco Guerra: 


Radio Vaticana - “Viviamo sotto una minaccia terroristica considerevole, la domanda non è se ci sarà un altro attacco, ma quando questo avverrà”. L’animo di una comunità internazionale ancora scossa per gli attacchi di venerdì in Tunisia, Kuwait e Francia è ben rappresentato dalle parole del premier francese, Manuel Valls, secondo il quale bisogna imparare a convivere con il terrorismo, contro cui ci sarà “una lotta implacabile ma anche lunga”. Intanto ha iniziato a parlare con gli investigatori francesi Yassin Salhi, l'uomo fermato dopo l'attacco all'impianto di gas nell'Isère; mentre in Tunisia sono state rafforzate le misure di sicurezza: il governo annuncia la chiusura di 80 moschee, richiama i riservisti e schiera oltre 1000 agenti in più nelle località turistiche. E questa notte abitanti di Sousse hanno marciato per dire “no al terrorismo”, la folla si è riunita davanti all'hotel dove è avvenuta la strage di 39 persone. Ma dal governo britannico arriva l’allerta per nuovi possibili attacchi nei resort del Paese nord-africano. I turisti del Regno Unito sono stati tra i più colpiti dal giovane jihadista tunisino che studiava ingegneria. Il ministero degli Esteri di Londra riferisce al momento di 15 britannici uccisi, ma il bilancio potrebbe salire a 23, perché tra i 20 feriti molti sono in condizioni estremamente critiche. Infine massima allerta anche negli Stati Uniti, dove l’Fbi ha diramato alle autorità locali di tutto il Paese un avvertimento per possibili attentati in coincidenza con la festa dell’indipendenza del 4 luglio. Lo riporta Usa Today sottolineando che non si ha notizia al momento di piani specifici di attacco.

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