venerdì, giugno 26, 2015
Da decenni le autorità cinesi cercano di tenere sotto controllo e abbattere una delle emergenze del paese, responsabile dell’avvelenamento a vario livello di decine di milioni di abitanti. 

Misna - Come indicato da fonti del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie in un approfondito servizio pubblicato sulla rivista di studi Oriental Outlook, connessa all’agenzia d’informazione governativa Xinhua, elementi inquinanti rendono pericolosa per la salute umana l’acqua potabile. Tra i dati di maggior rilievo, i livelli elevati di fluoro presenti in 1000 contee su 1464 del paese. Risultato – anche se i dati più recenti risalgono a fine 2013 – sono patologie pericolose e spesso invalidanti come la fluorosi scheletrica colpiscono almeno 21 milioni di cinesi ma pongo a rischio, secondo Gao Yanhui, specialista citato, 87 milioni di cinesi, in particolare nelle aree pianeggianti settentrionali, dove le situazioni più rischiose si verificano nella provincia di Henan.

Secondo come diffusione, a contaminazione di arsenico che ha provocato finora sintomi di avvelenamento più o meno gravi in 600.000 individui in 131 contee distribuite su metà delle provincie de paese. In questo caso le condizioni più evidenti sono problemi dermatologici e tumori a polmoni, vescica, pelle e reni.

Lo iodio utilizzato nell’acqua potabile, generalmente di scarsa qualità, ha messo a rischio 31 milioni di cinesi di contrarre patologie della tiroide, senza quasi variazioni rispetto al decennio precedente. A aggravare la situazione o comunque a non contribuire alla soluzione, suggerisce lo studio – è che a fronte di un utilizzo massiccio delle risorse idriche e della possibilità che siano inquinate da agenti esterni, finanziamenti e organizzazione richiesti per metterle in sicurezza e monitorarle possono essere solo di provenienza governativa, dati i costi insostenibili per le comunità locali.


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