Dopo lo schiaffo dell’Empoli, ennesimo affronto alla grandeur visionaria di Inzaghi, arriva un thailandese?
di Danilo Stefani
Inzaghi alla vigilia aveva spronato i suoi: “Se ci arrabbiamo possiamo vincere tutte e 16 le partite restanti”. Dichiarazione che non ha bisogno di commenti, ma di analisti riuniti in seduta spiritica. La prima delle 16 “arrabbiature” è contro l’Empoli. Ma c’è una giornata uggiosa più mogia del grande Lucio Battisti. E il Milan si adatta alla grande: lento, svogliato, inerme. Il Milan è come la faccia fosca di Menez, è come quel trottolino amoroso di Honda, è come quel disperato attaccante solitario di Destro, ed è depresso come il capo e le spalle di Bonaventura.
I nervi deboli, l’apatia e l’Empoli dominano la partita dei rossoneri. Finisce 1- 1 solo perché i toscani si perdono negli ultimi passaggi offensivi, e giochicchiano nel momento chiave, quando dopo l’infortunio di Paletta e l’espulsione del goffo Diego Lopez il Milan resta in nove. Un Milan che era andato addirittura in vantaggio con l’unico tiro in porta in 93 minuti (Destro al 40esimo), e poi raggiunto da Maccarone che schiaccia a rete con la difesa del Milan schierata.
Il piccolo grande alchimista Inzaghi, un po’ per gli infortuni e un po’ per propensione di natura, mescola ancora la chimica degli elementi. Ma si ostina, fino allo stremo di ogni ragione e scusante, a baloccarsi con l’ingrediente dei tre davanti. In una squadra che ha problemi atletici, oltre che tecnici e difensivi, realizza il solito suicidio. I risultati sono da panico (5 soli punti nel 2015, sotto c’è appena il Parma). Aggiungiamo, per stare alla stretta attualità, che “l’Empoli ha creato difficoltà a tutti”: parola di Inzaghi. Già, perché il Milan non avrebbe dovuto avere difficoltà? L’Empoli ha una “chimica” e un allenatore. Intanto gli unici arrabbiati sono i tifosi milanisti. E mentre scriviamo arriva un’offertona dalla Thailandia: un certo Bee Taechaubol, chiamato Mister B, avrebbe offerto un miliardo per l’acquisto del Milan. No grazie, un Mister B lo abbiamo già.
pubblicato su AlgaNews
di Danilo Stefani Inzaghi alla vigilia aveva spronato i suoi: “Se ci arrabbiamo possiamo vincere tutte e 16 le partite restanti”. Dichiarazione che non ha bisogno di commenti, ma di analisti riuniti in seduta spiritica. La prima delle 16 “arrabbiature” è contro l’Empoli. Ma c’è una giornata uggiosa più mogia del grande Lucio Battisti. E il Milan si adatta alla grande: lento, svogliato, inerme. Il Milan è come la faccia fosca di Menez, è come quel trottolino amoroso di Honda, è come quel disperato attaccante solitario di Destro, ed è depresso come il capo e le spalle di Bonaventura.
I nervi deboli, l’apatia e l’Empoli dominano la partita dei rossoneri. Finisce 1- 1 solo perché i toscani si perdono negli ultimi passaggi offensivi, e giochicchiano nel momento chiave, quando dopo l’infortunio di Paletta e l’espulsione del goffo Diego Lopez il Milan resta in nove. Un Milan che era andato addirittura in vantaggio con l’unico tiro in porta in 93 minuti (Destro al 40esimo), e poi raggiunto da Maccarone che schiaccia a rete con la difesa del Milan schierata.
Il piccolo grande alchimista Inzaghi, un po’ per gli infortuni e un po’ per propensione di natura, mescola ancora la chimica degli elementi. Ma si ostina, fino allo stremo di ogni ragione e scusante, a baloccarsi con l’ingrediente dei tre davanti. In una squadra che ha problemi atletici, oltre che tecnici e difensivi, realizza il solito suicidio. I risultati sono da panico (5 soli punti nel 2015, sotto c’è appena il Parma). Aggiungiamo, per stare alla stretta attualità, che “l’Empoli ha creato difficoltà a tutti”: parola di Inzaghi. Già, perché il Milan non avrebbe dovuto avere difficoltà? L’Empoli ha una “chimica” e un allenatore. Intanto gli unici arrabbiati sono i tifosi milanisti. E mentre scriviamo arriva un’offertona dalla Thailandia: un certo Bee Taechaubol, chiamato Mister B, avrebbe offerto un miliardo per l’acquisto del Milan. No grazie, un Mister B lo abbiamo già.
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