giovedì, febbraio 12, 2015
“Stacchio? Unica certezza è Cassol colpito da arma molto potente e pericolosa”. “Stacchio aveva arma potente e pericolosa”. “Che gli sparavano contro lo dice il benzinaio”. “Quando benzinaio è intervenuto i rapinatori stavano scappando”. “Se non fosse intervenuto probabilmente non c’era un morto”. “In Italia anche la polizia deve rispondere uso delle armi, giusta inchiesta su Stacchio”. “Risarcimento? Se Stacchio colpevole sì”. “In Italia non ci si fa giustizia da soli” - “Santanchè? Ha chiamato bastardi i Cassol, è diffamazione”. 

“Se saranno accertate le responsabilità di Stacchio, è giusto chiedere un risarcimento. Ma solo dopo”. Lo dice Francesco Murgia, avvocato della famiglia Cassol, a La Zanzara su Radio 24. L’avvocato, che assiste la vedova di Albino Cassol, il 41enne nomade ucciso durante una rapina a Ponte di Nanto, in provincia di Vicenza, da un colpo di fucile sparato dal benzinaio Graziano Stacchio, dice che “l’inchiesta su Stacchio è legittima perché ci sono molti dubbi”. “Al momento - dice a Radio 24 - abbiamo solo una certezza. Una persona, Cassol, è morta dopo essere stata colpita da un’arma molto potente. E’ stato colpito alle gambe da una sola pallottola che gli ha portato via una massa importante di gamba”.

Ma ha sparato alle gambe per difendersi, gli sparavano contro, dicono i conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo? “Questo è quello che ha detto il benzinaio. Alle gambe, sì, ma con un colpo potente da decine di metri”.  
Ma ha sbagliato a intervenire il benzinaio? “Nessuno stava nella sua testa e quindi la percezione che lui ha avuto non la possiamo conoscere. Però in quel momento i rapinatori stavano cercando di andarsene. Un rapinatore era chiuso nella bussola, è scattato l’allarme e i suoi complici hanno tentato di farlo fuggire”.
Lei vuole dire che se non fosse intervenuto il benzinaio non sarebbe morto nessuno?: “Questo è possibile, sì”. “L’inchiesta su Stacchio - dice l’avvocato dei Cassol - è legittima, i, in Italia non ci si fa giustizia da soli. Sulla dinamica ci sono ancora molti dubbi. E’ una questione di civiltà, anche la polizia deve rispondere dell’uso delle armi. Figuriamoci se una persona privata che è possessore di un’arma molto potente, molto pericolosa…”.
Ma Cassol aveva un’arma in pugno, dicono ancora i conduttori: “Dalla mia esperienza l’uso delle armi, in questi casi. È finalizzato alla dissuasione. Non avrebbe usato la pistola, molto probabilmente no. Questo lo dico dalla mia esperienza processuale”.

Francesco Murgia: “Santanchè? Ha chiamato bastardi i Cassol, è diffamazione”.

“La Santanchè ha dato dei bastardi ai parenti di Cassol. E’ una cosa diffamatoria”. L’avvocato assiste la vedova di Albino Cassol, il 41enne nomade ucciso durante una rapina a Ponte di Nanto, in provincia di Vicenza, da un colpo di fucile sparato dal benzinaio Graziano Stacchio. “La Santanchè - dice ancora l’avvocato fa strumenttalizzazioni politiche. Ma è un politico e dice delle cose in assoluta libertà. Se l’ho querelata? Lei dice di sì, ma finora non abbiamo fatto nulla, non ho ricevuto alcun mandato”.


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