“Il mondo civile non indietreggerà di fronte alla violenza”. Lo ha detto il segretario di Stato Usa, John Kerry, al World Economic Forum di Davos. Al vertice in Svizzera oggi si è fatto il punto su terrorismo e clima. Ce ne parla Giada Aquilino:
Radio Vaticana - “Nessuna ragione storica, religiosa, politica” può “giustificare il massacro d'un bambino”. Parla di terrorismo internazionale John Kerry e a Davos ricorda la tragica piaga dei bambini kamikaze, facendo cenno alle 14 ragazzine trovate a Kano, in Nigeria, imbottite di esplosivo. E annuncia una imminente visita nel Paese africano martoriato dagli attentati dei Boko Haram: andrà “tra un paio di giorni”, assicura. Quindi dice che “non c'è posto per antisemitismo e islamofobia” nel mondo. Le parole del capo della diplomazia statunitense seguono di qualche ora quelle Francois Hollande, presidente di una Francia ancora sconvolta dagli attacchi alla redazione di Charlie Hebdo e all’ipermercato kosher di Parigi. “Ogni Paese del mondo può essere colpito dal terrorismo e tutti devono farsi trovare pronti”, ha detto. “Non è stata attaccata solo la Francia ma la nostra capacità di convivenza e libertà” ha proseguito, sottolineando che “la risposta al terrorismo deve essere globale” e coinvolgere gli Stati, i grandi gruppi e il sistema finanziario, in modo che ai terroristi non arrivino più fondi. Quindi, in vista della prossima conferenza sul clima di Parigi, a fine 2015, Hollande ha auspicato un “accordo globale stringente” per iniziare la lotta contro il riscaldamento climatico.
Radio Vaticana - “Nessuna ragione storica, religiosa, politica” può “giustificare il massacro d'un bambino”. Parla di terrorismo internazionale John Kerry e a Davos ricorda la tragica piaga dei bambini kamikaze, facendo cenno alle 14 ragazzine trovate a Kano, in Nigeria, imbottite di esplosivo. E annuncia una imminente visita nel Paese africano martoriato dagli attentati dei Boko Haram: andrà “tra un paio di giorni”, assicura. Quindi dice che “non c'è posto per antisemitismo e islamofobia” nel mondo. Le parole del capo della diplomazia statunitense seguono di qualche ora quelle Francois Hollande, presidente di una Francia ancora sconvolta dagli attacchi alla redazione di Charlie Hebdo e all’ipermercato kosher di Parigi. “Ogni Paese del mondo può essere colpito dal terrorismo e tutti devono farsi trovare pronti”, ha detto. “Non è stata attaccata solo la Francia ma la nostra capacità di convivenza e libertà” ha proseguito, sottolineando che “la risposta al terrorismo deve essere globale” e coinvolgere gli Stati, i grandi gruppi e il sistema finanziario, in modo che ai terroristi non arrivino più fondi. Quindi, in vista della prossima conferenza sul clima di Parigi, a fine 2015, Hollande ha auspicato un “accordo globale stringente” per iniziare la lotta contro il riscaldamento climatico.
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