domenica, dicembre 28, 2014
Udienza all’Associazione nazionale famiglie numerose, “scuole di solidarietà” 

di Paolo Fucili 

Quando va bene, la considerazione altrui suona più o meno come “fenomeni da baraccone” o altre ingenerose qualifiche che le famiglie “extralarge” respingono orgogliosamente al mittente. Semmai “provocazione”, per i tanti che oggi a “figlio” associano immediatamente “costo”; “specie in via di estinzione” – dice purtroppo la nuda e cruda statistica – riflettevano stamane Giuseppe e Raffaella Butturini, padovani, 10 figli, sotto l’imponente mole della “Resurrezione” del Fazzini, senza tacere neppure le colpe di una politica che “nei fatti ci scarta o, peggio, ci ignora”.

Quando va male, non mancano neppure soprusi e discriminazioni, che 28 nuclei familiari cosiddetti “numerosi” su 100 denunciano di aver subito “spesso”, a fronte del “mai” con cui allo stesso sondaggio ha risposto un confortante 48%. Dove “numeroso” significa, per intenderci, 4 o più figli (conviventi ancora con papa e mamma, naturali o adottati o in affido), requisito fissato per far parte dell’ANFN, vale a dire “Associazione nazionale famiglie numerose”, ospite stamane dell’incontro in Aula Nervi con Francesco (“si vede che voi amate la famiglia e amate la vita!”) prima dell’Angelus di mezzogiorno.

Atmosfera calorosissima di festa, tra migliaia di bambini, genitori e nonni (presenza quest’ultima “molto importante”, Bergoglio ha sottolineato), per un’iniziativa che negli annali delle cronache vaticane conta un solo ma significativo precedente, racconta l’agenzia ZENIT: 14 dicembre 1963, discorso di Paolo VI alla Federazione Nazionale Associazioni Famiglie Numerose. Che all’epoca, considerando sempre 4 figli come soglia, oltrepassavano lo stratosferico – in confronto ad oggi – numero di 3 milioni tondi tondi in tutta Italia, precipitati in 51 anni (secondo dati raccolti ora dall’ANFN) ad appena 170.000. Il freddo inverno demografico morde insomma ancor più di quello astronomico. Eppure, assicura Bergoglio fiducioso, ogni figlio, anche unico, “è un miracolo che cambia la vita”. E quelli numerosi in specie “sono più capaci di comunione fraterna fin dalla prima infanzia”, perché “in un mondo segnato spesso dall’egoismo, la famiglia numerosa è una scuola di solidarietà e condivisione” dei quali poi beneficia “tutta la società”.

Società ingrata però, giacché queste famiglie scontano “difficoltà” e “pesi” che “purtroppo le istituzioni pubbliche non sempre vi aiutano a portare”. La Costituzione italiana, osserva il Pontefice nel passaggio più critico del discorso di stamane, “all’articolo 31 chiede un particolare riguardo per le famiglie numerose: ma questo non trova adeguato riscontro nei fatti, resta nelle parole”. Segue pertanto - in considerazione della “bassa natalità che da tempo si registra in Italia” – un fervido richiamo ad “una maggiore attenzione della politica e degli amministratori pubblici”. Perché “ogni famiglia è cellula della società, ma la famiglia numerosa è una cellula più ricca, più vitale, e lo Stato ha tutto l’interesse ad investire su di essa”.

E di proposte in questo senso i cassetti dell’ANFN (e non solo) sono pieni. Fondamentale nodo della questione rimane il cosiddetto “fattore famiglia”, ovvero che in campo tributario “ogni 730 venga considerato in funzione di quante bocche vengono sfamate con quello stesso reddito che entra in casa”, diceva ieri il “mitico” fondatore (da un’idea concepita con un altro papà di molti figli al banco del costoso pesce di un supermercato, vuole la leggenda) e onorevole deputato Mario Sberna, bresciano, all’assemblea associativa che ha preceduto da venerdì l’udienza papale odierna.

In un centro sportivo di Acilia, alle porte di Roma, è stato rinnovato il consiglio direttivo (formato da 15 coppie di coniugi) e conferito un nuovo mandato di presidenti conferito ai Butturini, curiosamente reduci da ben tre matrimoni di altrettanti figli nella sola estate scorsa. In programma dibattiti, talk show, presentazione di libri e persino un docu-film (“ANFN, la nostra storia”) sul primo decennio di vita dell’Associazione, ricorrenza che ha ispirato l’incontro col santo Padre Francesco. L’ANFN conta oggi ben 17.000 famiglie associate, per oltre 100.000 singoli membri. Tra i compiti che si è data spicca la “rappresentanza” a livello sociale e politico dei problemi che costellano il faticoso tran tran quotidiano di famiglie con 4, 5 e persino 16 (la famiglia Anania, la più numerosa) figli. Un articolato progetto di legge appena elaborato dall’Osservatorio politico ANFN prevede aumento degli assegni familiari, attribuzione alle mamme di contributi previdenziali figurativi per ogni figlio, agevolazioni per trasporti, diritto allo studio e altro ancora.

Nel frattempo, per ovviare alle generali ristrettezze economiche di questi nuclei familiari, 250 convenzioni stipulate con altrettanti servizi permettono ai soci ANFN di accedere a vari beni e servizi a prezzo agevolato. Fiore all’occhiello di tutte le attività è dal 2010 il progetto “Aiutiamoci”, basato sul sostegno reciproco tra gli associati, con già 100 famiglie aiutate a pagare affitti, bollette, mense scolastiche, spese mediche, oppure donne sostenute nel portare a termine una gravidanza, attivando “reti” di solidarietà che comprendono anche parrocchie, Caritas, Banco alimentare.

E proprio alle famiglie in difficoltà è andato stamane in aula Nervi l’ultimo pensiero di Francesco (“prego in particolare per le famiglie più provate dalla crisi economica, dove il papà o la mamma hanno perso il lavoro, e questo è duro!, dove i giovani non riescono a trovarlo...”), ripreso poco dopo all’Angelus di mezzogiorno, dedicato all’odierna Festa della Santa Famiglia, ed esteso a tutti i nuclei familiari alle prese con “difficoltà di malattia, mancanza di lavoro, discriminazione, necessità di emigrare”, oppure “difficoltà a capirsi” e di “disunione”.


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