Comincia oggi davanti al consiglio dell’ordine dei medici l’udienza che porterà a un verdetto contro il dottor Wouter Basson, il medico responsabile dei programmi di guerra chimica e biologica del regime dell’apartheid.
Misna - Lo scorso dicembre Basson, contro cui la giustizia sudafricana non è mai riuscita a ottenere una condanna, era stato giudicato responsabile di “condotta non professionale”. L’ordine dei medici chiederà un aggravamento della sentenza e la cancellazione del suo nome dai registri professionali.
Noto come il “Dottor Morte” del governo razzista, Basson – cardiologo per formazione – coordinò la produzione di droghe usate nell’eliminazione di attivisti anti-apartheid in Sudafrica e Namibia, oltre che la creazione di armi chimiche (alcune delle quali furono inviate in Angola per essere destinate all’Unita, movimento guerrigliero sostenuto da Pretoria contro il governo di Luanda). Del programma faceva anche parte la distribuzione di capsule di cianuro agli agenti segreti sudafricani, che avrebbero dovuto usarle per suicidarsi nel caso fossero stati scoperti durante operazioni sotto copertura.
Nel 2005, dopo una lunga vicenda giudiziaria, la Corte costituzionale chiuse definitivamente il capitolo delle accuse penali – 67 reati diversi – contro Basson senza che si fosse arrivati a un verdetto di colpevolezza. Il consiglio dell’ordine dei medici ha tuttavia riaperto il procedimento disciplinare contro di lui sostenendo che anche qualora fosse esclusa la “condotta illegale” di un medico si potrebbe comunque ipotizzare un suo comportamento “non professionale”.
Nel 2005, dopo una lunga vicenda giudiziaria, la Corte costituzionale chiuse definitivamente il capitolo delle accuse penali – 67 reati diversi – contro Basson senza che si fosse arrivati a un verdetto di colpevolezza. Il consiglio dell’ordine dei medici ha tuttavia riaperto il procedimento disciplinare contro di lui sostenendo che anche qualora fosse esclusa la “condotta illegale” di un medico si potrebbe comunque ipotizzare un suo comportamento “non professionale”.
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