La sfida continua
di Silvio Foini
Tim Waterstone, il fondatore della celebre catena britannica di librerie, oggi di proprietà del magnate russo Alexander Mamut, afferma che il libro cartaceo non sarà mai soppiantato dalla rivoluzione digitale dell’E Book ed infatti, nonostante il libro “elettronico” abbia ritagliato per se una discreta fetta di mercato, mostra già il declino e questo accade in America, praticamente dove è nato. Mr. Waterstone non ha dubbi: la stessa sorte gli toccherà anche in Inghilterra. I dati forniti dagli editori americani evidenziano il calo dei ricavi provenienti dagli e- book nell’ordine del 5 per cento e secondo le cifre di Nielsen Uk, nell’aprile 2013 nel Regno Unito sono stati venduti 3,3 milioni di e-book, lo 0,1 per cento in meno dell’anno precedente.
Di diverso avviso Marco Santino, curatore di uno studio in materia : dice che nel 2013 i titoli digitali in italiano sono passati dai 41 mila del 2012 a 75 mila. Previsioni in crescita quindi, almeno da noi, anche se il mercato del libro digitale è ancora molto ridotto, dal 2,9 al 3,2 di quello totale ma la previsione di Waterstone potrebbe riguardare presto anche il nostro mercato. Evidentemente dopo il boom iniziale della novità della lettura elettronica che ha colpito un po’ tutti, la nostalgia delle fruscianti pagine di carta si è fatta sentire. Oggi poi, in un’epoca in cui ognuno potendo disporre di un computer si sente scrittore sfruttando la pubblicazione e-book “fai da te”, hanno fatto capolino lavori che sarebbe stato meglio fossero rimasti nella testa di chi li ha scritti sia per gli argomenti che per la forma della lingua. E’ pur vero che tutti hanno diritto di scrivere ma che almeno questo diritto non vada a ledere quello altrettanto sacro del lettore che dopo le prime pagine spegne l’e-reader di turno e va in libreria ad acquistarsi un Libro vero. Fatto di carta.
di Silvio Foini
Tim Waterstone, il fondatore della celebre catena britannica di librerie, oggi di proprietà del magnate russo Alexander Mamut, afferma che il libro cartaceo non sarà mai soppiantato dalla rivoluzione digitale dell’E Book ed infatti, nonostante il libro “elettronico” abbia ritagliato per se una discreta fetta di mercato, mostra già il declino e questo accade in America, praticamente dove è nato. Mr. Waterstone non ha dubbi: la stessa sorte gli toccherà anche in Inghilterra. I dati forniti dagli editori americani evidenziano il calo dei ricavi provenienti dagli e- book nell’ordine del 5 per cento e secondo le cifre di Nielsen Uk, nell’aprile 2013 nel Regno Unito sono stati venduti 3,3 milioni di e-book, lo 0,1 per cento in meno dell’anno precedente.
Di diverso avviso Marco Santino, curatore di uno studio in materia : dice che nel 2013 i titoli digitali in italiano sono passati dai 41 mila del 2012 a 75 mila. Previsioni in crescita quindi, almeno da noi, anche se il mercato del libro digitale è ancora molto ridotto, dal 2,9 al 3,2 di quello totale ma la previsione di Waterstone potrebbe riguardare presto anche il nostro mercato. Evidentemente dopo il boom iniziale della novità della lettura elettronica che ha colpito un po’ tutti, la nostalgia delle fruscianti pagine di carta si è fatta sentire. Oggi poi, in un’epoca in cui ognuno potendo disporre di un computer si sente scrittore sfruttando la pubblicazione e-book “fai da te”, hanno fatto capolino lavori che sarebbe stato meglio fossero rimasti nella testa di chi li ha scritti sia per gli argomenti che per la forma della lingua. E’ pur vero che tutti hanno diritto di scrivere ma che almeno questo diritto non vada a ledere quello altrettanto sacro del lettore che dopo le prime pagine spegne l’e-reader di turno e va in libreria ad acquistarsi un Libro vero. Fatto di carta.
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