lunedì, novembre 17, 2014
Francesco al "Colloquio interreligioso" in Vaticano sulla "Complementarità uomo-donna"

di Paolo Fucili

"Complementarità", vale a dir completarsi l'un l’altro, supplire alle carenze altrui. Una parola "preziosa", così Papa Francesco. Per il cristiano poi, Bibbia alla mano, complementarità è l’armonia dinamica della creazione, opera dello Spirito Santo. Il suo "archetipo" scritturale, suggerisce il santo Padre, si trova nientemeno che in Paolo, prima lettera ai Corinzi (12,12-30 per la precisione), il celeberrimo paragone Chiesa-corpo ("come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra... così anche il Cristo", eccetera eccetera), per dire che "come le membra del corpo umano si completano per il bene dell'intero organismo, i doni di ognuno possono contribuire al bene di tutti".

Tutto bello sì, ma un po' vago, pure. Prendiamo allora più nel dettaglio la complementarità uomo-donna, su cui in Vaticano discutono da oggi 400 e passa esperti da tutto il mondo, per un "Colloquio internazionale interreligioso" convocato da vari dicasteri vaticani tra esponenti delle più diverse tradizioni culturali e religiose: complementarità che, Francesco dixit, "sta alla base del matrimonio e della famiglia", cioè "la prima scuola [...] dove cominciamo ad apprendere l'arte del vivere insieme".

E pensare che a detta di lui stesso, laddove ci sia una posizione della Chiesa chiara e ben conosciuta non è necessario battere e ribattere su quel tasto. Basta, in altre parole (quelle della nota intervista di un anno fa a padre Spadaro per La Civiltà cattolica), con l'"insistere solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale ed uso dei metodi contraccettivi". A meno che non ci sia un "contesto" in cui farlo.

Quello di oggi calzava a pennello per alcune "annotazioni" non banali né ahinoi scontate per la mentalità corrente, in tema appunto di "complementarità uomo-donna" (che per inciso non significa "che tutti i ruoli e le relazioni di entrambi i sessi sono rinchiusi in un modello unico e statico": le forme son tante, e tutte buone e belle). Primo, dunque, checché se ne dica "i bambini hanno il diritto di crescere in una famiglia, con un papà e una mamma, capaci di creare un ambiente idoneo al loro sviluppo e alla loro maturazione affettiva". E questa non è, Francesco insiste, un'affermazione qualunque, ma addirittura uno dei "pilastri fondamentali che reggono una nazione".

Secondo, la "cultura del provvisorio in cui sempre più persone rinunciano al matrimonio come impegno pubblico" è una "rivoluzione" del costume che spesso ha sventolato la bandiera della libertà, "in realtà ha portato devastazione spirituale e materiale a innumerevoli esseri umani, specialmente ai più vulnerabili", vale a dire "donne, bambini e anziani". Peccato piuttosto che tanti, anche tra i cattolici, siano "lenti" nel riconoscere che come "gli ambienti naturali", così pure "gli ambienti sociali" han bisogno di protezione, poiché oggi c'è una vera propria "crisi" di "ecologia umana" frutto di un'altra crisi, quella della famiglia.

Terzo, il matrimonio possiede un'altra verità ancora, che cioè "l'impegno definitivo nei confronti della solidarietà, della fedeltà e dell'amore fecondo risponde ai desideri più profondi del cuore umano". Perciò i giovani, cui è andato l'ultimo pensiero del Papa, "non si lascino coinvolgere dalla mentalità dannosa del provvisorio e siano rivoluzionari per il coraggio di cercare un amore forte e duraturo, di andare controcorrente...".

Anche sabato il "contesto" era di quelli rari magari, ma "giusti" per affermazioni che non a caso han fatto parecchio rumore, sulla "falsa compassione" del pensiero dominante che ritiene "sia un aiuto alla donna favorire l'aborto, un atto di dignità procurare l'eutanasia, una conquista scientifica 'produrre' un figlio". E invece, ha ricordato Bergoglio all'Associazione medici cattolici italiani ricevuta in udienza, l'aborto è un problema prettamente "scientifico", non "religioso" o "filosofico", "perché lì c'è una vita umana e non è lecito fare fuori una vita umana per risolvere un problema".

Piaccia o non piaccia, insomma il Papa argentino si regola così, pur mettendo in conto critiche più o meno esplicite. Sta di fatto che in un anno e mezzo abbondante di pontificato l'immagine della Chiesa nel circuito massmediatico internazionale è parsa assai meno "schiacciata" che in passato sui "no" del magistero ecclesiastico in tema di morale (del matrimonio e della famiglia in primis).

Bene, può darsi, con due personalissime annotazioni. La prima riguardante i mass media, che detengono per propria natura il potere di "schiacciare" chiunque essi vogliano su immagini parziali o distorte, selezionando ad arte quali notizie dare, quali non dare... E scendere a patti con questo infido potere, non significa forse involontariamente legittimarlo? Secondo, nel caso di carenza di "contesti", occhio all'insorgere di insidiosi equivoci. Ad esempio, per farne uno, quel "chi sono io per giudicare?" (dall'intervista papale sul volo Rio de Janeiro-Roma di luglio 2013) citato ovunque a più non posso, quasi sempre a sproposito, e stiracchiato da tutte le parti per far credere ad incauti ascoltatori che la pur sacrosanta accoglienza delle persone omosessuali comporti un sì a idee e posizioni antitetiche a quelle affermate oggi dal Papa.

Perché come proprio Francesco acutamente annotava stamane in conclusione, oggi si fa tanta "ideologia" attorno alla famiglia, appiccicandole etichette che nulla hanno a che fare con essa, perché "la famiglia è un fatto antropologico e conseguentemente un fatto sociale, di cultura.... Noi non possiamo qualificarla con concetti di natura ideologica, che hanno forza soltanto in un momento della storia e poi decadono!"; insomma, "non si può parlare oggi di famiglia conservatrice o famiglia progressista... la famiglia è famiglia!".

Se ne parlerà anche a Philadelphia il prossimo settembre, per l'ottavo Incontro mondiale delle famiglie alla presenza annunciata appunto stamane di Francesco, per il suo primo viaggio negli Stati Uniti.


Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa