Il mondo attonito dopo l’esecuzione in Iran di Reyhaneh Jabbari, la giovane donna condannata a morte per aver ucciso l’uomo che stava tentando di stuprarla. Commenti e reazioni nella comunità internazionale. Il servizio di Giancarlo La Vella: ascolta
Radio Vaticana - Gli appelli a lasciarla in vita non sono serviti a nulla e Reyhaneh all’alba è stata impiccata in una prigione di Teheran davanti ai parenti della vittima, un'ex dipendente dell'Intelligence iraniana, che si sono rifiutati di perdonarla. I giudici non hanno mai voluto credere alla versione della legittima difesa. Un ultimo tentativo di salvare la donna, 26 anni, è fallito in quanto lei non ha mai voluto smentire la sua versione dei fatti. Sconcerto in tutto il mondo per l’esecuzione, condannata apertamente da Stati Uniti, Gran Bretagna e Italia. “L'uccisione di Reyhaneh è un dolore profondissimo”, ha detto il ministro degli Esteri, Federica Mogherini. “Abbiamo sperato tutti che la mobilitazione internazionale potesse salvare la vita di una ragazza. Invece i tanti appelli sono rimasti inascoltati". “La difesa dei diritti umani e l'abolizione della pena di morte – ha detto ancora – sono battaglie fondamentali”.
Tristezza e rabbia in molte Ong che, in tutto il mondo, avevano avviato una mobilitazione on line per tutelare i diritti umani in Iran. Tra queste, Amnesty international. Gabriella Ceraso ha intervistato il portavoce della sezione italiana, Riccardo Noury: ascolta
Radio Vaticana - Gli appelli a lasciarla in vita non sono serviti a nulla e Reyhaneh all’alba è stata impiccata in una prigione di Teheran davanti ai parenti della vittima, un'ex dipendente dell'Intelligence iraniana, che si sono rifiutati di perdonarla. I giudici non hanno mai voluto credere alla versione della legittima difesa. Un ultimo tentativo di salvare la donna, 26 anni, è fallito in quanto lei non ha mai voluto smentire la sua versione dei fatti. Sconcerto in tutto il mondo per l’esecuzione, condannata apertamente da Stati Uniti, Gran Bretagna e Italia. “L'uccisione di Reyhaneh è un dolore profondissimo”, ha detto il ministro degli Esteri, Federica Mogherini. “Abbiamo sperato tutti che la mobilitazione internazionale potesse salvare la vita di una ragazza. Invece i tanti appelli sono rimasti inascoltati". “La difesa dei diritti umani e l'abolizione della pena di morte – ha detto ancora – sono battaglie fondamentali”.
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