I miliziani dello Stato islamico (Is) sono stati costretti a indietreggiare da alcune delle posizioni che avevano conquistato nella citta' curda di Kobane, nel nord della Siria, a causa dei raid aerei della coalizione internazionale.
Radio Vaticana - E’ quanto riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), confermando però che i jihadisti sono riusciti a varcare l'entrata sud della città. Ieri sono degenerate, fino a provocare 12 morti, alcune delle manifestazioni in Turchia in solidarietà della città siro-curda di Kobane e contro la scelta delle autorità turche di non intervenire pur avendo l’esercito a 800 metri. Ma ascoltiamo quanto riferisce, nell’intervista di Fausta Speranza, il free lance Tiziano Tinazzi che si trova proprio al confine tra Turchia e Siria, nei pressi di Kobane: ascolta
R. - Sono appena rientrato dalla frontiera con Kobane. Mi sono trovato a circa un km e mezzo dalla cittadina. Più avanti non si poteva andare, perché i militari turchi hanno blindato la zona e vietano a chiunque di avvicinarsi alla cittadina che in pratica è attaccata al confine. La situazione è quella di intensi combattimenti nella zona est. Da quello che siamo riusciti a vedere si sentivano continui colpi di armi leggere e diverse grosse esplosioni; non so se siano stati colpi di tank o piuttosto di raid aerei da parte della coalizione. Un paio erano molto forti; grosse colonne di fumo si sono alzate verso il cielo.
D. - Le ultime agenzie dicono che i raid aerei - sembra ce ne siano stati almeno cinque della coalizione - abbiano avuto qualche effetto, indebolito almeno in alcune aree della città la presenza dei jihasdisti dell’Is? È così?
R. - Sicuramente negli ultimi due o tre giorni i bombardamenti stanno sortendo qualche effetto rispetto a prima. Forse prima erano meno concentrati, meno diretti sui veicoli blindati, perché il problema interno che hanno i miliziani curdi dell’Ypg non è quello del combattimento corpo a corpo o comunque di abbattere o colpire i miliziani dell’Isis, ma tanto quello di fermare i carri armati. Non hanno armi adatte per fermare i tank che l’Is ha sequestrato sia al governo siriano che a quello iracheno, per cui non riuscivano a fermarli. Probabilmente adesso i raid stanno colpendo questi mezzi blindati.
D. - Tu sei lì al confine turco. Che dire della reazione della gente al fatto che le autorità turche non scelgono di intervenire? L’esercito è a 800 metri da Kobane ma non interviene. Ieri ci sono state manifestazioni con morti in Turchia. La popolazione è scossa da questa situazione?
R. - La situazione è caldissima. Ci sono diverse regioni a maggioranza curda cui è stato imposto il coprifuoco. I curdi che si trovano sulla prossimità del confine rimangono impotenti a guardare quello che avviene dall’altra parte. Ovviamente i curdi accusano i turchi ed Erdogan di non fare assolutamente niente. Ci sono decine di carri armati che aspettano sulle colline qui intorno a Kobane. Sono lì insieme a decine e decine di soldati e camionette e non fanno niente, anzi, in alcuni casi disperdono i curdi quando tentano di protestare e fanno esplodere candelotti lacrimogeni.
Radio Vaticana - E’ quanto riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), confermando però che i jihadisti sono riusciti a varcare l'entrata sud della città. Ieri sono degenerate, fino a provocare 12 morti, alcune delle manifestazioni in Turchia in solidarietà della città siro-curda di Kobane e contro la scelta delle autorità turche di non intervenire pur avendo l’esercito a 800 metri. Ma ascoltiamo quanto riferisce, nell’intervista di Fausta Speranza, il free lance Tiziano Tinazzi che si trova proprio al confine tra Turchia e Siria, nei pressi di Kobane: ascolta
R. - Sono appena rientrato dalla frontiera con Kobane. Mi sono trovato a circa un km e mezzo dalla cittadina. Più avanti non si poteva andare, perché i militari turchi hanno blindato la zona e vietano a chiunque di avvicinarsi alla cittadina che in pratica è attaccata al confine. La situazione è quella di intensi combattimenti nella zona est. Da quello che siamo riusciti a vedere si sentivano continui colpi di armi leggere e diverse grosse esplosioni; non so se siano stati colpi di tank o piuttosto di raid aerei da parte della coalizione. Un paio erano molto forti; grosse colonne di fumo si sono alzate verso il cielo.
D. - Le ultime agenzie dicono che i raid aerei - sembra ce ne siano stati almeno cinque della coalizione - abbiano avuto qualche effetto, indebolito almeno in alcune aree della città la presenza dei jihasdisti dell’Is? È così?
R. - Sicuramente negli ultimi due o tre giorni i bombardamenti stanno sortendo qualche effetto rispetto a prima. Forse prima erano meno concentrati, meno diretti sui veicoli blindati, perché il problema interno che hanno i miliziani curdi dell’Ypg non è quello del combattimento corpo a corpo o comunque di abbattere o colpire i miliziani dell’Isis, ma tanto quello di fermare i carri armati. Non hanno armi adatte per fermare i tank che l’Is ha sequestrato sia al governo siriano che a quello iracheno, per cui non riuscivano a fermarli. Probabilmente adesso i raid stanno colpendo questi mezzi blindati.
D. - Tu sei lì al confine turco. Che dire della reazione della gente al fatto che le autorità turche non scelgono di intervenire? L’esercito è a 800 metri da Kobane ma non interviene. Ieri ci sono state manifestazioni con morti in Turchia. La popolazione è scossa da questa situazione?
R. - La situazione è caldissima. Ci sono diverse regioni a maggioranza curda cui è stato imposto il coprifuoco. I curdi che si trovano sulla prossimità del confine rimangono impotenti a guardare quello che avviene dall’altra parte. Ovviamente i curdi accusano i turchi ed Erdogan di non fare assolutamente niente. Ci sono decine di carri armati che aspettano sulle colline qui intorno a Kobane. Sono lì insieme a decine e decine di soldati e camionette e non fanno niente, anzi, in alcuni casi disperdono i curdi quando tentano di protestare e fanno esplodere candelotti lacrimogeni.
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