Una fonte anonima conferma: "I falchi dell'esecutivo potrebbero presto superare le colombe. E allora scorrerà il sangue". Ancora nulla di nuovo dal confronto fra le parti.
Hong Kong (AsiaNews) - Il governo di Hong Kong ha deciso di alzare il tono dello scontro con i dimostranti che da settimane occupano i quartieri centrali del Territorio, e li ha minacciati di "misure più dure" da parte delle autorità se i blocchi e i sit-in non verranno sgombrati. L'avvertimento, confermato al South China Morning Post da una fonte anonima ma "familiare con la situazione", è stato fatto filtrare dopo i falliti colloqui fra i membri dell'esecutivo e i rappresentanti della Federazione degli studenti.
Questi, insieme al gruppo Scholarism e al movimento Occupy Central, sono in sciopero oramai da tre settimane. La protesta nasce dalle richieste democratiche dei cittadini, che vogliono un vero suffragio universale e un procedimento democratico per le prossime elezioni del Capo dell'Esecutivo, previste per il 2017. Le richieste sono state respinte al mittente da Pechino, che ha presentato un piano di riforma che di fatto garantisce alla Cina continentale il controllo della politica nell'ex colonia britannica.
Dalla presentazione del piano, avvenuta a fine agosto, la tensione a Hong Kong è aumentata a dismisura. Blocchi stradali, sit-in, manifestazioni continuano a colpire i quartieri centrali di Admiralty e Mong Kok. La polizia ha lasciato in diverse occasioni campo libero a gruppi di "anti-Occupy", che hanno usato la violenza e l'intimidazione per cercare di allontanare la gente dalle strade. Tuttavia, fino a ora l'ordine formale agli agenti di polizia è stato quello di "usare pazienza".
Ora le cose rischiano di precipitare: "Se l'approccio conciliatorio non funziona - spiega la fonte - le colombe all'interno del governo saranno superate dai falchi, che vogliono una risposta dura. Siamo preoccupati che l'amministrazione possa usare la forza bruta per disperdere i manifestanti: un certo spargimento di sangue sarebbe in quel caso inevitabile".
Hong Kong (AsiaNews) - Il governo di Hong Kong ha deciso di alzare il tono dello scontro con i dimostranti che da settimane occupano i quartieri centrali del Territorio, e li ha minacciati di "misure più dure" da parte delle autorità se i blocchi e i sit-in non verranno sgombrati. L'avvertimento, confermato al South China Morning Post da una fonte anonima ma "familiare con la situazione", è stato fatto filtrare dopo i falliti colloqui fra i membri dell'esecutivo e i rappresentanti della Federazione degli studenti.
Questi, insieme al gruppo Scholarism e al movimento Occupy Central, sono in sciopero oramai da tre settimane. La protesta nasce dalle richieste democratiche dei cittadini, che vogliono un vero suffragio universale e un procedimento democratico per le prossime elezioni del Capo dell'Esecutivo, previste per il 2017. Le richieste sono state respinte al mittente da Pechino, che ha presentato un piano di riforma che di fatto garantisce alla Cina continentale il controllo della politica nell'ex colonia britannica.
Dalla presentazione del piano, avvenuta a fine agosto, la tensione a Hong Kong è aumentata a dismisura. Blocchi stradali, sit-in, manifestazioni continuano a colpire i quartieri centrali di Admiralty e Mong Kok. La polizia ha lasciato in diverse occasioni campo libero a gruppi di "anti-Occupy", che hanno usato la violenza e l'intimidazione per cercare di allontanare la gente dalle strade. Tuttavia, fino a ora l'ordine formale agli agenti di polizia è stato quello di "usare pazienza".
Ora le cose rischiano di precipitare: "Se l'approccio conciliatorio non funziona - spiega la fonte - le colombe all'interno del governo saranno superate dai falchi, che vogliono una risposta dura. Siamo preoccupati che l'amministrazione possa usare la forza bruta per disperdere i manifestanti: un certo spargimento di sangue sarebbe in quel caso inevitabile".
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