giovedì, settembre 18, 2014
È una bellissima sera di fine estate, sono in una piccola piazza a Rosciolo (Aq), dove dei musicisti stanno provando i loro strumenti, e sto aspettando pazientemente Riccardo Fogli. 

intervista di Simona Santullo



Sono un po’ emozionata perché lui ha scritto molte canzoni che porto nel cuore e che sono legate a tantissimi ricordi, ma credo che questo, ovviamente non valga solo per me. “Mondo”, “Malinconia”, “Storie di tutti i giorni”, “ Che ne sai” e tante altre hanno fatto sognare, piangere, gioire, nascere e finire grandi amori. Lui stesso ha fatto innamorare tante donne perché è bello e romantico. Mentre ascolto il suono di un basso musicalmente incredibile, ecco che lo intravedo da lontano. Gli vado incontro e gli stringo la mano e di lì a pochi minuti ci sediamo intorno ad un tavolo. È molto stanco perché ha viaggiato tutta la notte per arrivare qua, nonostante questo, è molto disponibile e gentile . Siamo uno di fronte all’altro, e come due vecchi amici iniziamo a parlare. Si crea subito un’atmosfera simpatica e leggera. Riccardo Fogli mi racconta della sua vita, dei successi ma anche degli insuccessi, dei sacrifici fatti e di quelli che con amore continua a fare. Dei suoi tanti amori passati e di quelli di oggi, i suoi figli, Alessandro, la piccola Michelle e la sua attuale e splendida compagna Karin, che ama tantissimo. La nostra chiacchierata è durata circa venti minuti, troppo pochi per una persona profonda come Fogli. Quando ho spento il registratore, mi è quasi dispiaciuto perché stavo apprezzando molto la 'freschezza' di questo artista della musica. Le sue risposte inducono alla riflessione in merito alla ricchezza dell'anima che è ben diversa da quella effimera rappresentata dal denaro dalla fama e dal successo. La ricchezza e la bellezza d’animo di Riccardo Fogli, la semplicità con cui mi ha raccontato un pezzettino della sua vita, e quella luce particolare nei suoi occhi, hanno fatto venir fuori un uomo ricco di sentimenti, di emozioni e di valori, attraverso i quali è riuscito a entrare nel cuore della gente che lo ama e lo segue con affetto.

D.- Oltre cinquanta anni di una splendida carriera fatta di musica e di belle canzoni. Come sono stati questi anni?

R.- Sono stati meravigliosi ma anche faticosi e questo si vede dalle mie rughe, ogni notte insonne è un millimetro di ruga. Adesso sto arrivando da Murmansk, che è la parte più a nord della Russia e confina con la parte più a nord della Finlandia. Questa notte non abbiamo mai dormito, ma questo succede tante volte nell’anno perché se tu canti di sabato dall’altra parte del mondo, domenica hai voglia di cantare in Italia, quindi…

D.- E’ comunque un lavoro che fai con tanta passione, giusto?

R.- Sì sì, mi diverte, “ mi garba” …

D.- Che cosa ricordi della tua prima volta di fronte ad un pubblico?

R.- Avevo quindici anni e pochi giorni, lavoravo alla Piaggio di Pontedera, canticchiavo, andavo a scuola di canto, di solfeggio e di basso elettrico e un signore che lavorava in fabbrica con me mi disse: “ Riccardino, ma perché non t’iscrivi al concorso di voci nuove a Cascine di Buti?”, è un paesino che si trova a quattro cinque chilometri da Pontedera. M’iscrissi, mi presentai con due canzoni, erano: “Fatti mandare dalla mamma”, e “ La terza luna”, vinsi. Mi conferirono una medaglia grandissima che ancora conservo, ma per fame ho rischiato di venderla almeno cento volte nella vita. Ovviamente da lì non è che sia cambiata la mia vita, perché la mattina dopo sono tornato a fare il fattorino alla Piaggio, ma continuavo a sognare e continuavo a provare. Ricordo che però tutti, simpaticamente, mi prendevano in giro dicendomi che ero diventato un cantante famoso e che mi avrebbero visto in televisione. I Beatles sono stati uno dei motivi per cui mi piaceva tanto cantare. L’Immagine di questi ragazzi bizzarri, strani, amici, che cambiavano il look, che cambiavano i vestiti, che modificavano il corso del mondo ed io volevo essere cambiato da loro e cambiare insieme con loro.

D.- 1966 – 1973. Voce e bassista dei Pooh. Com’è stato girare per l’Italia, suonare dal vivo, e perdere tempo con le ragazzine che vi aspettavano fuori dai locali?


R.- Non subito sono impazziti per i Pooh, perché nel ’66 cantavamo: “Ora non senti nessuna voce…” parlavamo del Brennero e degli attentati che furono fatti ai tralicci che erano controllati e protetti dai nostri italiani, parlavamo di terrorismo in Alto Adige… . Non se n’è accorto nessuno, anzi ci hanno censurato la canzone e in radio non è mai passata. Prima di cominciare a mangiare almeno una volta al giorno, doveva arrivare “ Piccola Ketty” e quella ci ha permesso di cominciare a sperare di farcela. Non è stato facile perché comunque anche dopo “Piccola Ketty” è stato durissimo, finché non cambiammo tutto il mondo, e sarebbe lungo spiegarlo. Poi arrivò “Tanta voglia di lei” e lì arrivò anche la sicurezza di dormire in una camera a due letti, e non più in camera a quattro cinque letti, non ce la facevamo più ad avere un bagno in comune in cinque…

D.- E’ vero che eri il “Latin lover” del gruppo?

R.- Questa cosa l’ho sentita dire…

D.- Sei un bellissimo uomo, ed eri bellissimo…

R.- Ho sentito dire anche questo…

D.- La tua è una storia fatta di canzoni d’amore. Con quale canzone il passato ritorna in un istante?

R.- Forse con “Mondo”, una canzone che dedicai a Viola Valentino con la quale ritornai dopo una crisi di un paio d’anni. Ebbi una fuga d’amore – e fuga lo mettiamo tra virgolette. - Dico “fuga” quando parlo d’amore perché l’amore è una cosa totale, che ti assorbe e ti magnificizza la vita. Quando tornammo insieme, scrissi “ Mondo”. Chiedevo al mondo attenzione, perché io avevo voglia di ricominciare con questa donna – Viola Valentino appunto – che avevo fatto soffrire.

D.- Di tour ne hai fatti tanti e sappiamo che è un momento del lavoro del musicista bello ma impegnativo e stressante. Come si concilia con la tua vita quotidiana e familiare?


R.- Per anni la mia vita familiare ha sofferto a causa del mio lavoro, molte cose sono saltate all’aria. Quando sei anni fa mi sono dichiarato alla mia attuale moglie, e le ho dato l’anello, lei mi ha promesso che non mi avrebbe lasciato mai per due motivi. Il primo è che era ed è innamorata di me, il secondo è che non si fidava… Ma non si “fidava” sempre “tra virgolette”, non perché sono uno “Sbarbatello” ricercato dalle “sbarbatelle”. Lei dirigeva una palestra, ha cominciato a venire con me, lavoravamo insieme, guidavamo la macchina insieme, mi aiutava a cambiarmi tra il primo e il secondo tempo … mi aiutava, faceva il mio road manager amorevole. Era perfetto. Poi un giorno ci siamo detti: “ma perché non sposarci amorevole tour manager?”. Lei disse: “ sì, amorevole cantante, sposiamoci”. Amoreggiando amoreggiando poi lei un giorno mi disse: “ma perché non facciamo un’amorevole figlio/figlia possibilmente?”. È nata il nostro capolavoro e lei subito dopo mi ha detto: “amorevole cantante, io ti aspetto a casa”, e finché mia figlia non sarà grande, non possiamo portarla con noi in giro. Siamo molto vicini, ho amorevolmente aspettato tre anni. Un anno di gravidanza, due anni che Meme crescesse e penso che dal prossimo anno faremo il tour.

D.- Oltre ad aver fatto innamorare con le tue canzoni, tu sei un uomo che ha amato tanto. Quanto questo tuo modo di essere ti ha condizionato la vita?

R.- Tu vuoi delle risposte serie o no?

D.- Voglio delle risposte serie…

R.- Quando l’amore si fa vedere e bussa alla tua porta, se hai il coraggio gli apri e lo metti al primo posto. Ho sempre convissuto, professionalmente parlando, con l’amore. Quando sono scappato via dai Pooh, era perché loro non vedevano di buon occhio il mio rapporto con Nicoletta – Patty Pravo – perché pensavano delle cose sciocche da ventenni e che oggi non penserebbero più. Però ai tempi pensavano che Nicoletta mi avrebbe distratto, e che il pubblico si sarebbe distratto. I giornali dicevano cose poco carine, poco precise per vendere copie. Dicevano: “il cantante dei Pooh…”, io non sono mai stato il cantante dei Pooh, io sono stato il cantante bassista dei Pooh, come Dodi era chitarrista cantante ecc. ecc. Anche oggi, quando scrivono queste cose, mi dispiace, ma non puoi fare tutti i giorni dieci telefonate alle varie redazioni per smentire cose così banali… qui c’è la guerra che ci circonda, quindi non si può telefonare alle redazioni per dire: “scusi potrebbe rettificare e dire Uno dei cantanti dei Pooh e non il cantante dei Pooh…”. L’amore l’ho sempre considerato un dono di Dio. L’amore per i miei genitori mi ha fatto fare migliaia e migliaia di chilometri… ho comprato una casa in campagna e non sapevo cosa fosse la campagna, mentre adesso sono innamorato di ogni albero che ho piantato, e stiamo parlando di duemila tremila alberi che conosco uno per uno, che poto con le mie mani. Mi sono comprato un Lamborghini, che non è una macchina, ma è un trattore, che ho pagato sedici mila euro e l’ho pagato in due anni perché non li avevo… io non sono ricco. Sono ricco dentro, ma devo fare i conti con mille cose. L’amore nella mia vita, viaggia parallelo, è quello che mi stimola a scrivere le canzoni e che mi fa essere positivo. L’Amore ti può far male in certi momenti, anzi, ti fa male tanto e spesso, però è anche quello che ti da la forza. E’ un po’ come il sole che nasce…io ho avuto dei figli meravigliosi quando pensavo di essere sterile. L’amore ti fa fare cose incredibili, è come un vulcano sotto di te… Sono un uomo felice, innamorato di mia moglie, dei miei figli, innamorato dell’amore e della fatica.

D.- Qual è la canzone che scatena i cori durante i concerti?

R.- Non lo so. Spero che non sia una sola. Penso che questa sera si divertiranno molto a cantare “Piccola Ketty”, applaudiranno quando sentiranno “Noi due nel mondo e nell’anima…”, e poi quando canterò “ Storie di tutti i giorni…” anche qui c’è l’analisi dell’amore che in realtà non è mai perfetto, non è mai grande, forte e bello come vorresti, ma senza il quale tu non saresti niente perché tu sei un uomo che cerca l’amore perché ne ha bisogno. L’amore è la benzina della vita. “Tanta voglia di lei” fa anche innamorare…

D.- Lo so… . Cosa pensi della discografia italiana di oggi e come è cambiato il mondo della musica in questi anni?

R.- Lo devi chiedere a Tiziano Ferro, a Ligabue. Io non vendo dischi da anni e non li vendo primo perché non ho un discografico ormai da tanti anni e secondo perché non sono un artista appetibile per il futuro. Io sono appetibile per il passato, e il mio passato è stato spezzettato da vari discografici che hanno comprato le mie cose per poi rivenderle a un altro e a ogni passaggio viene dimezzato il guadagno del cantante, quindi io ringrazio Dio di averne cantate e scritte tante, ma se dovessi vivere per i dischi che vendo e con i diritti d’autore morirei di fame… e invece sono un uomo in tour e con il tour che mi guadagno da vivere.

D.- Riccardo Fogli oggi ha rimpianti o rimorsi?

R.- Rimpianti…? Adesso mi fa male un piede perché negli ultimi dieci, quindici anni, e quindi da quando ho scoperto le varie maratone, corro troppo o forse ho corso troppo e mi si sta consumando un piede. Avrei bisogno di riposarmi e invece non ho tempo perché salto da una parte all’altra del mondo. Rimpianti? Non lo so, sono così felice…io non ho grandi cose, non possiedo una villa, ma solo una casa in campagna che è diventato uno dei posti più belli del mondo per me. Ho un bosco perché l’ho piantato, ho un boschetto di canne di bambù perché io le ho piantate con le mie mani, ho un bad and breakfast nella Maremma toscana “Casa Fogli” dove faccio impazzire di gioia e di meraviglia le persone che mi vengono a trovare, ed è una cosa piccola ma meravigliosa…

D.- Hai tutto quindi, sei un uomo felice…

R.- Ho molte piccole cose. Mio figlio mi ha accompagnato in questi ultimi due giorni, ha guidato la macchina e questo è un sogno realizzato, mio figlio. Io non dovevo avere figli e invece ne ho due.

D.- Ultima cosa, ci fai un pezzettino di “ In Silenzio”?

R.- Te la canto stasera e te la canterò in modo indimenticabile, vedrai che ti piacerà.

Ciao Riccardo, è stato davvero un piacere.

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