giovedì, giugno 26, 2014
Salvatore Nottola, il nuovo presidente della Corte dei Conti insediatosi l'11 dicembre 2013, lancia l'allarme sulla corruzione in Italia e dà ulteriori indicazioni per una maggiore crescita 

"La corruzione può attecchire dovunque: nessun organismo e nessuna istituzione possono ritenersene indenni" afferma così Salvatore Nottola, presidente della Corte dei conti, l'organo dello Stato che controlla le entrate e le spese pubbliche. Come ha affermato la Corte Costituzionale, la Corte dei Conti è “garante imparziale dell’equilibrio economico finanziario del settore pubblico e in particolare della corretta gestione delle risorse collettive sotto il profilo dell’efficacia, dell’efficienza e della economicità”. Il presidente continua affermando che "nessuna istituzione che abbia competenze pubbliche può ritenersi scevra di responsabilità di fronte al suo dilagare". Come si legge, infatti, in uno studio condotto dall'Anac (Autorità Nazionale Anticorruzione), infatti, i cittadini italiani percepiscono un livello elevato di corruzione.

 “Tra le istituzioni più corrotte - si legge nel rapporto - gli italiani indicano i partiti politici (69%), il Parlamento (44%), la pubblica amministrazione (29%) e il sistema sanitario (24%)”, sebbene il 77% dei cittadini intervistati dichiari che sia disposto a combattere la corruzione, non si può negare un ruolo importante alle istituzioni stesse per evitare il dilagare di una pratica dannosa per l'intera società. Inoltre, tra le indicazioni date dal presidente, troviamo quella di “ridisegnare i confini della Pubblica Amministrazione”, che investe anche le modalità di erogazione dei servizi ai cittadini, il controverso ambito della salute e quello dell'istruzione.

In riferimento alla spending review (il processo di revisione della spesa pubblica teso a migliorarne efficacia ed efficienza), Nottola afferma che "non si tratta solo di eliminare gli sprechi ma di affrontare il tema del 'perimetro' pubblico" attuando misure per orientare “le leve di bilancio verso obiettivi che superino il solo rigore, ma restando entro profili compatibili con i vincoli Ue e soprattutto con l'urgenza di riassorbire l'eccesso di debito". Rientrare, dunque, nei limiti imposti dalla Comunità Europea e allo stesso tempo sostenere la crescita, che è l'ambito che Nottola definisce più “vulnerabile” in Italia.

Nonostante nel 2013 la pressione fiscale sia diminuita di due decimi di punto, a questa "non si è accompagnata una redistribuzione del carico tributario a favore di redditi da lavoro e impresa", che sarebbe potuta essere decisiva per la ripresa economica del Paese. Lo ha affermato il presidente di coordinamento delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti, Enrica Laterza.

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