I trenta minuti di interruzione del servizio Facebook su buona parte del territorio thailandese dalle 15 alle 15,30 ora locale (10-10.30 in Italia) ha gettato nel panico i 30 milioni di internauti thailandesi.
Misna - Limitate sospensioni per altri popolari network come Twitter, Instagram, Line and Tumblr. Fonti anonime di aziende di gestione delle telecomunicazioni hanno fatto sapere di essere state invitate a chiudere l’accesso a Facebook, provvedimento peraltro temuto in questi giorni tra le misure della giunta militare tese a controllare le informazioni circolanti nel paese. Il segretario del ministero per la tecnologia informatica e le comunicazioni, Surachai Srisarakam, ha comunicato di avere ricevuto ordine da Consiglio nazionale per la pace e per l’ordine (Ncpo), la giunta militare, di fermare temporaneamente l’accesso a Facebook per evitare che “il movimento anti-golpe” si diffonda attraverso i social media.
Surachai ha anche ammesso che il suo ministero “chiederà a Facebook, Line, YouTube e altri social network di cooperare con le autorità thailandesi per bloccare account con contenuti considerati illegali”.
Richieste smentite dal vice-portavoce dell’Ncpo, colonnello Nathawat Chancharoen, che nell’intervento tv in cui ha annunciato la fine della sospensione di Facebook ha negato la necessità di simili provvedimenti che, comunque, “sarebbero annunciati preventivamente”. Sono finora almeno 220 i siti web bloccati per ordine della giunta, in parte media stranieri.
Intanto, sempre il Consiglio ha confermato che l’ex primo ministro Yingluck Shinawatra, la cui liberazione da un breve periodo di custodia militare è stata confermata ieri, non sarebbe agli arresti domiciliari e sarebbe quindi libera di spostarsi, ma non di lasciare il paese. Tuttavia, anche la sua casa di Bangkok, come pure le residenze di altri potenziali oppositori della giunta fermati e poi rilasciati dal 23 maggio, è sotto stretto controllo militare.
Confermato il rilascio nel pomeriggio anche dei maggiori leader del movimento del Fronte unito per la democrazia contro la dittatura (Udd), noto anche come Camicie Rosse. Oltre al presidente Jatuporn Prompan, sono ora liberi ma sotto la sorveglianza dei militari, Nuttawut Saikuar, Pracha Promnog, Virakarn Musigapong, Weng Tojirakarn e Thida Tavonseth.
Misna - Limitate sospensioni per altri popolari network come Twitter, Instagram, Line and Tumblr. Fonti anonime di aziende di gestione delle telecomunicazioni hanno fatto sapere di essere state invitate a chiudere l’accesso a Facebook, provvedimento peraltro temuto in questi giorni tra le misure della giunta militare tese a controllare le informazioni circolanti nel paese. Il segretario del ministero per la tecnologia informatica e le comunicazioni, Surachai Srisarakam, ha comunicato di avere ricevuto ordine da Consiglio nazionale per la pace e per l’ordine (Ncpo), la giunta militare, di fermare temporaneamente l’accesso a Facebook per evitare che “il movimento anti-golpe” si diffonda attraverso i social media.
Surachai ha anche ammesso che il suo ministero “chiederà a Facebook, Line, YouTube e altri social network di cooperare con le autorità thailandesi per bloccare account con contenuti considerati illegali”.
Richieste smentite dal vice-portavoce dell’Ncpo, colonnello Nathawat Chancharoen, che nell’intervento tv in cui ha annunciato la fine della sospensione di Facebook ha negato la necessità di simili provvedimenti che, comunque, “sarebbero annunciati preventivamente”. Sono finora almeno 220 i siti web bloccati per ordine della giunta, in parte media stranieri.
Intanto, sempre il Consiglio ha confermato che l’ex primo ministro Yingluck Shinawatra, la cui liberazione da un breve periodo di custodia militare è stata confermata ieri, non sarebbe agli arresti domiciliari e sarebbe quindi libera di spostarsi, ma non di lasciare il paese. Tuttavia, anche la sua casa di Bangkok, come pure le residenze di altri potenziali oppositori della giunta fermati e poi rilasciati dal 23 maggio, è sotto stretto controllo militare.
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