Sospetti militanti del gruppo integrasista islamico Boko Haram hanno sequestrato altre otto ragazze, di età fra i 12 e i 15 anni, nel nord della Nigeria.
Lo riferisce la Bbc on line. Il rapimento è avvenuto domenica, la notizia è arrivata solo oggi a causa delle grandi difficoltà di comunicazione con la zona. Abitanti del villaggio di Warabe hanno riferito che i militanti "stanno andando di porta in porta per trovare giovani ragazze". La notizia segue quella del rapimento di oltre 200 studentesse in una scuola della regione del Borno. Gli Usa hanno offerto alla Nigeria l'invio di agenti dell'Fbi per contribuire alla ricerca delle ragazze.
Intanto nel paese continuano le proteste contro il governo e il presidente Goodluck Jonathan, accusati di un generale disinteresse alla vicenda. Le operazioni di ricerca infatti sono andate molto a rilento e non hanno portato ad alcun risultato. Le famiglie delle ragazze si sono dovute organizzare in modo autonomo, formando gruppi di ricerca, per perlustrare molte zone della foresta.
Mamme e sorelle delle studentesse rapite stanno nel frattempo organizzando cortei quotidiani di protesta nelle città della Nigeria e soprattutto ad Abuja, la capitale, nella quale la prossima settimana si terrà il Forum Economico Mondiale (WEF). In vista di questo evento i media internazionali stanno dando sempre maggiore spazio alla vicenda delle studentesse rapite e il governo nigeriano rischia di fare una pessima figura mettendo in crisi l’immagine del paese, divenuto la maggiore economia del continente africano.
Lo riferisce la Bbc on line. Il rapimento è avvenuto domenica, la notizia è arrivata solo oggi a causa delle grandi difficoltà di comunicazione con la zona. Abitanti del villaggio di Warabe hanno riferito che i militanti "stanno andando di porta in porta per trovare giovani ragazze". La notizia segue quella del rapimento di oltre 200 studentesse in una scuola della regione del Borno. Gli Usa hanno offerto alla Nigeria l'invio di agenti dell'Fbi per contribuire alla ricerca delle ragazze.
Intanto nel paese continuano le proteste contro il governo e il presidente Goodluck Jonathan, accusati di un generale disinteresse alla vicenda. Le operazioni di ricerca infatti sono andate molto a rilento e non hanno portato ad alcun risultato. Le famiglie delle ragazze si sono dovute organizzare in modo autonomo, formando gruppi di ricerca, per perlustrare molte zone della foresta.
Mamme e sorelle delle studentesse rapite stanno nel frattempo organizzando cortei quotidiani di protesta nelle città della Nigeria e soprattutto ad Abuja, la capitale, nella quale la prossima settimana si terrà il Forum Economico Mondiale (WEF). In vista di questo evento i media internazionali stanno dando sempre maggiore spazio alla vicenda delle studentesse rapite e il governo nigeriano rischia di fare una pessima figura mettendo in crisi l’immagine del paese, divenuto la maggiore economia del continente africano.
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