Uguaglianza, giustizia e libertà di parola sono in cima ai risultati positivi elencati nel nuovo “libro bianco” sui diritti umani nella Repubblica popolare cinese (Progresso nei diritti umani in Cina nel 2013) pubblicato oggi dall’Ufficio informazioni del Consiglio di stato.
Misna - “Il miglioramento dei diritti umani in Cina è sotto gli occhi di tutti e ogni osservatore disinteressato è in grado di trarre una conclusione positiva”, si sostiene nel rapporto. “Lo sviluppo del paese – si legge ancora nel documento – dà a tutti opportunità di accrescere le proprie capacità, servire la società, avere successo nella vita e realizzare le proprie aspirazioni”. Una situazione che – si sostiene nel rapporto, l’11° da quando è iniziata la diffusione di questi documenti nel 1991 – va di pari passo con il miglioramento delle condizioni sociali , con maggiore accesso a partecipazione e sviluppo dei cinesi. E anche con, sempre stando al documento, una crescita delle condizioni di vita delle popolazioni urbane e rurali, con possibilità di migliorare abbigliamento, alimentazione, alloggio e trasporto.
Il sistema di sicurezza sociale, il più vasto al mondo, sebbene ancora insufficiente per ammissione ufficiale, ha le potenzialità di diventare con il tempo funzionale alle condizioni del paese.
Tra le valutazioni riguardo ai diversi aspetti della politica sociale, delle libertà civili e dei diritti umani, il “libro bianco” dà spazio alle minoranze, segnalando il miglioramento delle politiche preferenziali per il loro sviluppo e anche i maggiori spazi dati ai loro diritti. Non a caso sono citati come casi di particolari interventi e di risposte positive le regioni autonome tibetana e quella dello Xinjiang, attraversate – in tempi recenti soprattutto la seconda – da fermenti che provocano anche azioni suicide o reazioni violente, imputate dai critici del potere a repressione e timore di emarginazione.
Maggiore successo per quanto riguarda i diritti umani, con l’abolizione del sistema di rieducazione attraverso il lavoro che ha formalmente chiuso uno dei capitoli più oscuri della storia della Cina moderna. Mosse concrete anche per proibire la pratica della tortura per estorcere confessioni.
Definita “drammatica” l’espansione degli spazi di libertà di parola dovuti a internet, “diventato uno dei principali canali d’espressione dell’opinione pubblica”. Senza menzionare i sistemi di sicurezza e le leggi severe messi in atto per limitare la condivisione di informazioni attraverso la Grande Rete e ancor più limitare social network e blog, il documento evidenzia i 250 milioni di messaggi diffusi dai microblog e gli oltre 20 miliardi di interventi in chat e messaggistica istantanea che affollano quotidianamente lo spazio di ritrovo virtuale entro i confini cinesi.
Misna - “Il miglioramento dei diritti umani in Cina è sotto gli occhi di tutti e ogni osservatore disinteressato è in grado di trarre una conclusione positiva”, si sostiene nel rapporto. “Lo sviluppo del paese – si legge ancora nel documento – dà a tutti opportunità di accrescere le proprie capacità, servire la società, avere successo nella vita e realizzare le proprie aspirazioni”. Una situazione che – si sostiene nel rapporto, l’11° da quando è iniziata la diffusione di questi documenti nel 1991 – va di pari passo con il miglioramento delle condizioni sociali , con maggiore accesso a partecipazione e sviluppo dei cinesi. E anche con, sempre stando al documento, una crescita delle condizioni di vita delle popolazioni urbane e rurali, con possibilità di migliorare abbigliamento, alimentazione, alloggio e trasporto.
Il sistema di sicurezza sociale, il più vasto al mondo, sebbene ancora insufficiente per ammissione ufficiale, ha le potenzialità di diventare con il tempo funzionale alle condizioni del paese.
Tra le valutazioni riguardo ai diversi aspetti della politica sociale, delle libertà civili e dei diritti umani, il “libro bianco” dà spazio alle minoranze, segnalando il miglioramento delle politiche preferenziali per il loro sviluppo e anche i maggiori spazi dati ai loro diritti. Non a caso sono citati come casi di particolari interventi e di risposte positive le regioni autonome tibetana e quella dello Xinjiang, attraversate – in tempi recenti soprattutto la seconda – da fermenti che provocano anche azioni suicide o reazioni violente, imputate dai critici del potere a repressione e timore di emarginazione.
Maggiore successo per quanto riguarda i diritti umani, con l’abolizione del sistema di rieducazione attraverso il lavoro che ha formalmente chiuso uno dei capitoli più oscuri della storia della Cina moderna. Mosse concrete anche per proibire la pratica della tortura per estorcere confessioni.
Definita “drammatica” l’espansione degli spazi di libertà di parola dovuti a internet, “diventato uno dei principali canali d’espressione dell’opinione pubblica”. Senza menzionare i sistemi di sicurezza e le leggi severe messi in atto per limitare la condivisione di informazioni attraverso la Grande Rete e ancor più limitare social network e blog, il documento evidenzia i 250 milioni di messaggi diffusi dai microblog e gli oltre 20 miliardi di interventi in chat e messaggistica istantanea che affollano quotidianamente lo spazio di ritrovo virtuale entro i confini cinesi.
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