Nell’ambito di Energy Med, la Mostra Convegno sulle Fonti Rinnovabili e l’Efficienza Energetica, in programma a Napoli dal 27 Marzo al 29 marzo alla Mostra d’Oltremare, si è svolta la Conferenza dei geologi campani che hanno presentato una serie di nuovi dati riguardo alla presenza di risorse geotermiche nel sottosuolo della regione.
GreenReport - Tra i partecipanti alla conferenza, Marina Iorio ricercatrice dell’IAMC–CNR ha annunciato la scoperta di un bacino geotermico localizzato nei terreni carbonatici che fanno da substrato ai depositi piroclastico–alluvionali della piana nella piana di Mondragone. «L’insieme dei dati raccolti –ha detto la Iorio- confortano l’ipotesi di una risorsa geotermica in quella zona, tale da sostenere lo sviluppo di progetti dedicati all’utilizzo diretto della risorsa
.
Nel comune di Mondragone, infatti, è stato caratterizzato un sistema di circolazione idrotermale con acque bicarbonato-calciche (EC 5360 μS/cm), sulfuree e ricche di CO2 e, con tutta probabilità, interessato in profondità da temperature superiori ai 50°C. Tale sistema geotermico –ha proseguito- è di tipo “faults controlled” con intensificazione dei fenomeni in settori specifici, verosimilmente connessi all’incrocio di più faglie individuate dalle indagini sismiche e geoelettriche».
«Per la prima volta –ha aggiunto la ricercatrice del CNR che è referente del progetto Vigor per Campania e Sicilia- nel Meridione vi è stata una perfetta sinergia tra Enti di Ricerca ed Istituzioni al fine di caratterizzare risorse geotermiche con lo scopo di poterle utilizzare a beneficio della collettività, ma preservandole per le future generazioni. Un grande lavoro corale frutto dell’impegno di tantissimi ricercatori, tecnici, funzionari, dirigenti e realizzato con fondi europei».
I dati di taluni pozzi che hanno già raggiunto il substrato indicano una portata minima dell’ordine di 10 l/s, ma incrementabile ad alcune decine di litri/s (max 35 l/s).
Con queste risorse, nella sola Mondragone, potrebbe essere realizzata una rete di teleriscaldamento a servizio di sei scuole pubbliche, con notevoli risparmi per la comunità.
Ed è alta anche la potenzialità geotermica dei Campi Flegrei, che assieme a quella di Ischia è stimata in almeno 17 GW.
«In Campania esiste, specie nell’area napoletana, un potenziale elevatissimo –ha affermato Francesco Peduto, Presidente dell’Ordine dei Geologi della Campania- per le peculiari caratteristiche del distretto geovulcanologico del Somma-Vesuvio e dei Campi Flegrei. Ricercatori dell’INGV hanno stimato che la potenzialità geotermica della sola area Campi Flegrei + Ischia è pari ad almeno 17 GW : l’equivalente di due centrali nucleari medio–grandi!»
«C’è in ballo quindi –ha proseguito Peduto- una fonte energetica continua e praticamente inesauribile che potrebbe avvicinare la nostra regione alla quasi indipendenza energetica. Oggi le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica sono sempre più al centro dei piani di azione per la sostenibilità ambientale e noi geologi crediamo e puntiamo molto sulle possibilità di utilizzo e sviluppo della fonte geotermica che è, indubbiamente, la principale alternativa alle fonti energetiche tradizionali».
Peduto ha spiegato che «in Campania esistono poi un gran numero di manifestazioni geotermiche con caratteristiche e potenzialità compatibili con gli attuali impianti di sfruttamento della risorse che hanno raggiunto una maturità tecnica ed un’affidabilità molto elevata, ma –ha aggiunto- scontiamo forti ritardi per la scarsa lungimiranza e per l’inerzia della classe politica in passato».
Peduto ha poi enunciato gli obiettivi che i geologi campani si pongono riguardo all’energia geotermica: «diventare un punto di riferimento per la comunità professionale e scientifica, per un continuo aggiornamento sullo stato dell’arte delle tecnologie disponibili sul mercato, cosi come sulle frontiere della ricerca e lo sviluppo per le applicazioni più innovative; aumentare la visibilità e la conoscenza delle tematiche geotermiche presso i media ed il grande pubblico; focalizzare ed indirizzare l’attenzione dei centri decisori regionali per la promozione e lo sviluppo dell’energia geotermica quale reale e principale alternativa alle fonti energetiche tradizionali».
GreenReport - Tra i partecipanti alla conferenza, Marina Iorio ricercatrice dell’IAMC–CNR ha annunciato la scoperta di un bacino geotermico localizzato nei terreni carbonatici che fanno da substrato ai depositi piroclastico–alluvionali della piana nella piana di Mondragone. «L’insieme dei dati raccolti –ha detto la Iorio- confortano l’ipotesi di una risorsa geotermica in quella zona, tale da sostenere lo sviluppo di progetti dedicati all’utilizzo diretto della risorsa
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Nel comune di Mondragone, infatti, è stato caratterizzato un sistema di circolazione idrotermale con acque bicarbonato-calciche (EC 5360 μS/cm), sulfuree e ricche di CO2 e, con tutta probabilità, interessato in profondità da temperature superiori ai 50°C. Tale sistema geotermico –ha proseguito- è di tipo “faults controlled” con intensificazione dei fenomeni in settori specifici, verosimilmente connessi all’incrocio di più faglie individuate dalle indagini sismiche e geoelettriche».
«Per la prima volta –ha aggiunto la ricercatrice del CNR che è referente del progetto Vigor per Campania e Sicilia- nel Meridione vi è stata una perfetta sinergia tra Enti di Ricerca ed Istituzioni al fine di caratterizzare risorse geotermiche con lo scopo di poterle utilizzare a beneficio della collettività, ma preservandole per le future generazioni. Un grande lavoro corale frutto dell’impegno di tantissimi ricercatori, tecnici, funzionari, dirigenti e realizzato con fondi europei».
I dati di taluni pozzi che hanno già raggiunto il substrato indicano una portata minima dell’ordine di 10 l/s, ma incrementabile ad alcune decine di litri/s (max 35 l/s).
Con queste risorse, nella sola Mondragone, potrebbe essere realizzata una rete di teleriscaldamento a servizio di sei scuole pubbliche, con notevoli risparmi per la comunità.
Ed è alta anche la potenzialità geotermica dei Campi Flegrei, che assieme a quella di Ischia è stimata in almeno 17 GW.
«In Campania esiste, specie nell’area napoletana, un potenziale elevatissimo –ha affermato Francesco Peduto, Presidente dell’Ordine dei Geologi della Campania- per le peculiari caratteristiche del distretto geovulcanologico del Somma-Vesuvio e dei Campi Flegrei. Ricercatori dell’INGV hanno stimato che la potenzialità geotermica della sola area Campi Flegrei + Ischia è pari ad almeno 17 GW : l’equivalente di due centrali nucleari medio–grandi!»
«C’è in ballo quindi –ha proseguito Peduto- una fonte energetica continua e praticamente inesauribile che potrebbe avvicinare la nostra regione alla quasi indipendenza energetica. Oggi le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica sono sempre più al centro dei piani di azione per la sostenibilità ambientale e noi geologi crediamo e puntiamo molto sulle possibilità di utilizzo e sviluppo della fonte geotermica che è, indubbiamente, la principale alternativa alle fonti energetiche tradizionali».
Peduto ha spiegato che «in Campania esistono poi un gran numero di manifestazioni geotermiche con caratteristiche e potenzialità compatibili con gli attuali impianti di sfruttamento della risorse che hanno raggiunto una maturità tecnica ed un’affidabilità molto elevata, ma –ha aggiunto- scontiamo forti ritardi per la scarsa lungimiranza e per l’inerzia della classe politica in passato».
Peduto ha poi enunciato gli obiettivi che i geologi campani si pongono riguardo all’energia geotermica: «diventare un punto di riferimento per la comunità professionale e scientifica, per un continuo aggiornamento sullo stato dell’arte delle tecnologie disponibili sul mercato, cosi come sulle frontiere della ricerca e lo sviluppo per le applicazioni più innovative; aumentare la visibilità e la conoscenza delle tematiche geotermiche presso i media ed il grande pubblico; focalizzare ed indirizzare l’attenzione dei centri decisori regionali per la promozione e lo sviluppo dell’energia geotermica quale reale e principale alternativa alle fonti energetiche tradizionali».
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