Il Papa ha ricevuto stamani in Vaticano mons. Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco che gli ha parlato della drammatica situazione che continua a vivere la popolazione in Siria. Ascoltiamo mons. Zenari al microfono di Sergio Centofanti: ascolta
Radio Vaticana - R. - E’ un evento straordinario, soprattutto spirituale per chi ha questo privilegio, questa possibilità di incontrare il Santo Padre. Soprattutto per un nunzio che viene da un Paese martoriato dalla guerra, da ormai tre anni e che si sente di portare a Papa Francesco le ansie, le sofferenze, le speranze di tutta una nazione. È difficile descrivere l’emozione di questo incontro durato circa mezz’ora. È veramente qualcosa di toccante, difficile da spiegare.
D. – Quali sono le preoccupazioni e le speranze del Papa riguardo alla Siria?
R. – Lo sapevo già ma ne ho avuto ulteriore prova. Il Papa segue e porta nel cuore queste sofferenze, direi che le segue regolarmente. Sono venuto da lui perché mi accorgo che, anche a livello internazionale, purtroppo il conflitto in Siria – come per altri casi simili - sta per essere dimenticato e questo fa molto male; vedere che questa sofferenza, non solo di alcuni ma di un’intera nazione, questo dramma possa venire dimenticato. Vedere che il Santo Padre porta nel suo cuore la sofferenza di questo popolo mi ha incoraggiato; inoltre, mi ha incaricato di portare la sua vicinanza a tutti quanti indistintamente, ai cristiani e a tutta la popolazione. Tutti ammirano il Papa sia cristiani, sia musulmani, dai semplici cittadini alle autorità; tutti hanno grande ammirazione. Tornerò con questo carico di simpatia e solidarietà, così come mi ha incaricato di portare la sua vicinanza a tutta la popolazione che soffre questo terribile dramma.
D. – Come vede attualmente la situazione in Siria?
R. – E’ un periodo molto, molto delicato e molto critico. È difficile pronunciarsi. Credo che occorra supplicare l’aiuto di Dio perché siano risparmiate tante sofferenze.
D. – Vuole lanciare un nuovo appello dai microfoni della Radio Vaticana?
R. – Che accolgano questo suo accorato appello a un più di umanità che porterò tornando in Siria tra qualche giorno. Questo appello che porto a viva voce vorrei che fosse ascoltato.
Radio Vaticana - R. - E’ un evento straordinario, soprattutto spirituale per chi ha questo privilegio, questa possibilità di incontrare il Santo Padre. Soprattutto per un nunzio che viene da un Paese martoriato dalla guerra, da ormai tre anni e che si sente di portare a Papa Francesco le ansie, le sofferenze, le speranze di tutta una nazione. È difficile descrivere l’emozione di questo incontro durato circa mezz’ora. È veramente qualcosa di toccante, difficile da spiegare.
D. – Quali sono le preoccupazioni e le speranze del Papa riguardo alla Siria?
R. – Lo sapevo già ma ne ho avuto ulteriore prova. Il Papa segue e porta nel cuore queste sofferenze, direi che le segue regolarmente. Sono venuto da lui perché mi accorgo che, anche a livello internazionale, purtroppo il conflitto in Siria – come per altri casi simili - sta per essere dimenticato e questo fa molto male; vedere che questa sofferenza, non solo di alcuni ma di un’intera nazione, questo dramma possa venire dimenticato. Vedere che il Santo Padre porta nel suo cuore la sofferenza di questo popolo mi ha incoraggiato; inoltre, mi ha incaricato di portare la sua vicinanza a tutti quanti indistintamente, ai cristiani e a tutta la popolazione. Tutti ammirano il Papa sia cristiani, sia musulmani, dai semplici cittadini alle autorità; tutti hanno grande ammirazione. Tornerò con questo carico di simpatia e solidarietà, così come mi ha incaricato di portare la sua vicinanza a tutta la popolazione che soffre questo terribile dramma.
D. – Come vede attualmente la situazione in Siria?
R. – E’ un periodo molto, molto delicato e molto critico. È difficile pronunciarsi. Credo che occorra supplicare l’aiuto di Dio perché siano risparmiate tante sofferenze.
D. – Vuole lanciare un nuovo appello dai microfoni della Radio Vaticana?
R. – Che accolgano questo suo accorato appello a un più di umanità che porterò tornando in Siria tra qualche giorno. Questo appello che porto a viva voce vorrei che fosse ascoltato.
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Una preghiera per i fratelli innocenti della Siria e di tutti i paesi sotto l'attacco del male.
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