lunedì, marzo 10, 2014
Nulla è piccolo per una grande mente. (Arthur Conan Doyle, Uno studio in rosso, 1887). 

 "De Docta Ignorantia" di Danilo Stefani

Cercasi un interprete, disperatamente. Infatti, per proseguire nel processo a carico di Adam Kabobo, - ghanese 31enne, che l’11 maggio 2013 uccise tre persone a colpi di piccone nel quartiere Niguarda, a Milano – il ‘capirsi è fondamentale’. A morire sotto i colpi di piccone sferrati da Kabobo, furono: Daniele Carella di 21 anni, Alessandro Carolé di 40 anni e il pensionato Ermanno Masini, 64 anni. Il pm ha chiesto 20 anni di carcere per l’imputato (a cui è stata riconosciuta la seminfermità mentale).

Kabobo è analfabeta, parla un dialetto di un’area circoscritta del Ghana, ed è particolarmente difficile trovare un interprete in grado di capire e tradurre il dialetto che parla, affermano i suoi legali.

Oggi, il giudice ha aggiornato l’udienza al 31 marzo, in attesa di trovare un interprete efficace. Parlando la stessa lingua della nostra giustizia (l’italiano) è davvero difficile capire come possano essere passati 10 mesi senza essere riusciti a trovare qualcuno di “quell’area circoscritta del Ghana “ per interloquire con Kabobo in maniera utile.

Una strage assurda e orrenda: a colpi di piccone. Una giustizia lenta e spesso incomprensibile: a colpi di geografia limitata.

Nulla è troppo piccolo per una grande mente, tranne il Ghana.

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