mercoledì, febbraio 26, 2014
Nel percorso di riflessione sulla donna, ci soffermiamo oggi a conoscere la Congregazione delle Suore Clarisse della SS. Annunziata (www.clarisseannunziata.it) che da alcuni anni propone interessanti occasioni di formazione e di incontro per le donne. Ne parliamo con Madre Maria Letizia, attuale Madre Superiora 

di Monica Cardarelli 

D. La congregazione religiosa delle suore clarisse della SS. Annunziata, di cui attualmente lei è madre superiora, è stata fondata nel 1853 a Imperia dalla Venerabile Suor Maria Leonarda Ranixe. Ci vuole spiegare meglio il vostro carisma e la spiritualità?
R. La nostra Congregazione di “Suore Clarisse della SS. Annunziata” è stata fondata a Porto Maurizio, attualmente Imperia, nel 1853 da Suor Maria Leonarda Ranixe (1796-1875) con lo specifico carisma dell’educazione ed istruzione della gioventù specialmente povera. Una congregazione quindi di vita apostolica con una forte impronta contemplativa attinta dalla spiritualità della Fondatrice formata alla scuola francescana del concittadino San Leonardo da Porto Maurizio, famoso per la diffusione della pratica della Via Crucis, attraverso la presenza dei confratelli e successivamente nel monastero delle Clarisse dove fece la sua consacrazione religiosa e visse per ben 27 anni .


D. Una spiritualità ispirata a Francesco e Chiara d’Assisi, ma in che misura da quest’ultima? La vostra è una comunità di clausura o di vita attiva, considerando il carisma della Madre fondatrice di essere presenti nell’educazione dei più piccoli?

R. Illuminata dallo Spirito, Madre Leonarda prese coscienza, in una maniera tutta particolare, del bisogno impellente della gioventù femminile del suo tempo che era “abbandonata a se stessa priva di educazione e istruzione, in mezzo a tanti pericoli” come ebbe a scrivere la sua prima biografa. Questa realtà concreta fu la scintilla della sua vocazione che maturò, sotto la guida del suo padre spirituale, in scelte ben precise orientate a questo scopo. Ancora laica, all’età di 28 anni, iniziò la sua avventura di maestra in locali dismessi dai Padri Barnabiti. La Provvidenza poi la condusse al monastero delle Clarisse della sua città per continuare lì il suo apostolato per la promozione umana e spirituale delle ragazze povere. Qui, consacrata a Dio, attinse tutta la ricchezza della spiritualità di S. Chiara e di S. Francesco, con una particolare accentuazione dell’amore a Gesù Crocifisso, della fede in Gesù Eucaristia e una grande devozione alla Vergine Maria. Tutti aspetti attualmente molto vivi nella nostra comunità che continua a camminare sulle sue orme, al seguito di Gesù Crocifisso, povero e umile. Santa Chiara con San Francesco sono i patroni del nostro istituto e le loro feste sono celebrate con distinzione.


D. Negli ultimi anni state svolgendo un importante ruolo della formazione umana e spirituale delle ragazze con iniziative varie e in particolare il progetto “Io donna secondo Dio”, rivolto alle giovani. Di cosa si tratta?

R. Come Suore dedicate all’educazione e istruzione della gioventù, nel contesto attuale, abbiamo avvertito l’urgenza di riattualizzare il nostro carisma istituzionale. Fu provvidenziale l’incontro con il carmelitano Padre Pier Luigi Canobbio Ocd e la giornalista e consulente della comunicazione, Stefania Venturino, con i quali abbiamo condiviso la comune passione per il bene della gioventù, in particolare della gioventù femminile. Nell’estate del 2008 ci siamo per la prima volta trovati nella nostra Casa Madre a Diano Castello. Considerando l’attuale cultura decisamente condizionata dall’apparenza e dall’immagine, dalla ricerca della popolarità e del successo, visti come obiettivi fondamentali per raggiungere la propria pienezza e felicità, ci è parso che anche la donna stesse rischiando di perdere la sua vera identità, la consapevolezza della sua vocazione particolare a promuovere, custodire, accogliere la vita. E’ nato così, sotto lo sguardo del Signore, della Vergine Maria e di Madre Leonarda, il progetto “IO DONNA SECONDO DIO, nella prospettiva di dar vita ad una serie di incontri di formazione specificamente rivolti alle ragazze, proprio per offrire loro opportunità di conoscere meglio sé stesse, imparando a rispettarsi e a farsi rispettare per ciò che sono e rappresentano. Non a caso fra le nostre formatrici abbiamo delle psicologhe, una educatrice esperta di metodi naturali , donne che si sono realizzate nel lavoro e nella famiglia, donne laiche consacrate o facenti parti di ordini secolari. 

“Io donna secondo Dio. Armonia di corpo e di spirito”, è la cornice dentro la quale ogni anno scegliamo temi di approfondimento diversi e sta a sottolineare la nostra fede e la concezione antropologica cristiana, emblematicamente riassunta nel versetto 1,27 della Genesi “Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò”. Gli incontri si tengono mensilmente il sabato pomeriggio, dalle 15.00 alle 18,30, per venire incontro alle esigenze soprattutto delle studentesse. Tuttavia, l’esperienza dell’intera giornata che avevamo sperimentato nei primi due anni, con il pranzo insieme, aveva indubbiamente creato maggiore coesione fra le partecipanti. I temi che abbiamo proposto sono dal 2008 a oggi sono: L’amore nelle sue espressioni; La bellezza nell’essere donna; La ricerca della felicità. Sentieri di vita; Sguardo sul mio futuro: chiamata a scegliere; Il vero volto della libertà. Quest’anno il tema è: Io donna, chi sono?, un tema più che mai attuale e non certo da dare per scontato visto che ci siamo occupati anche il del tema del gender e dell’identità di genere.

D. Un corso che ha ricevuto anche il patrocinio del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, Direzione Scolastica Regionale per la Liguria che vi ha dato una certa visibilità…che risposte ha trovato nell’ambiente ligure? Ci sono partecipanti da tutta Italia e quali risonanze vi hanno dato? 

R. Ci ha fatto molto piacere che il nostro progetto formativo sia stato considerato dall’ufficio scolastico regionale della Liguria per ciò che esso è e vuole effettivamente essere: una vera e propria proposta culturale, anche se con una precisa identità cristiana che rappresenta non solo una confessione religiosa, ma la radice della storia e della cultura europea. Il Patrocinio ci ha permesso più che altro di promuovere personalmente il progetto nelle scuole del nostro territorio di Imperia e provincia, mentre per il resto della Liguria ci siamo affidate al nostro sito internet. Di fatto, per come sono organizzati i corsi, la risposta l’abbiamo avuta a livello locale, con circa una ottantina di ragazze e donne che complessivamente hanno partecipato agli incontri. Chi tuttavia volesse partecipare venendo da fuori zona può chiedere l’ospitalità e dormire da noi. Il nostro è un servizio che vogliamo offrire alle giovani che sono in ricerca di se stesse, che devono prendere decisioni importanti per la loro vita, che hanno bisogno di ritrovare o riscoprire una giusta autostima di sé, dedicandosi uno spazio speciale di riflessione e di approfondimento condiviso con altre ragazze e donne. Naturalmente, il nostro modo di porci e di proporci non prescinde dal fatto di essere Suore, donne consacrate al Signore che hanno fatto del dono totale di sé la fonte di una gioia profonda e feconda che desideriamo testimoniare e condividere. La preghiera di un salmo è un momento centrale dei nostri incontri, e lo facciamo fra la relazione del formatore e il momento successivo della condivisione.

D. Nell’Evangelium Gaudium papa Francesco al n. 212 scrive: “Doppiamente povere sono le donne che soffrono situazioni di esclusione, maltrattamento e violenza, perché spesso si trovano con minori possibilità di difendere i loro diritti. Tuttavia, anche tra di loro troviamo continuamente i più ammirevoli gesti di quotidiano eroismo nella difesa e nella cura della fragilità delle loro famiglie.” Nella vostra esperienza, qual è la necessità e la povertà più difficile da vivere per le donne di oggi e quale sostegno pensate si possa dar loro e in che modo? 

R. Premesso che abbiamo trovato effettivamente difficoltà a coinvolgere le ragazze più giovani (anche se non sono mancate ragazze di 18-20 anni e anche meno), posso confermare che a volte i problemi di una donna si nascondono dietro esistenze apparentemente serene e lontane da situazioni estreme così come ci vengono proposte dalla cronaca. Voglio dire che è nell’ordinarietà che ci si misura con i propri limiti e con quelli degli altri, è nell’ordinarietà che siamo tutti chiamati ad essere, in un certo senso, eroici, e raggiungere la pienezza, che per un credente è la santità. E’ nell’ordinarietà che spesso nascono frustrazioni, tensioni che possono sfociare in depressioni o in violenze estreme, ed è proprio nella vita di tutti i giorni che è più difficile trovare aiuto e sostegno: perciò, la formazione e l’educazione della donna, fin da giovanissima, ad un sempre maggiore rispetto di sé stessa, nel rispetto degli altri, è un modo concreto, anche se non immediato o dagli effetti eclatanti, per sostenerla e valorizzarla nella sua dignità personale e di figlia di Dio. Penso che la donna oggi più che mai abbia un ruolo fondamentale nella società, che è quello di riportare la vita e l’uomo al centro del pensiero e delle azioni, al centro della politica e dell’economia. Seguendo l’esempio di Maria, che noi Clarisse di questo Istituto veneriamo nel mistero dell’Annunciazione, ogni donna è custode di vita e quindi di vera speranza per il futuro. Non è forse meraviglioso, per una ragazza, scoprire e poter realizzare un progetto di vita così bello e grande?


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