Con una mossa di direzione opposta alle minacce diffuse fino a due settimane fa, il regime nordcoreano ha chiesto oggi alla Corea del Sud di rispondere a quelli che ha definito “gesti di distensione” e di cancellare le manovre militari congiunte con gli Stati Uniti.
Misna - Nella “lettera aperta” elaborata dai responsabili della Commissione per la difesa nazionale, massimo organo militare del paese, per ordine diretto del leader Kim Jong-un, si cita la volontà di perseguire “riconciliazione e unità”. La lettera, pubblicata dall’agenzia ufficiale d’informazione Kcna, fa seguito a una serie di iniziative che il governo di Seul ha respinto come “esercizi di propaganda”. La stessa Commissione per la difesa nazionale aveva fatto pervenire al Sud la settimana scorsa diverse proposte, offrendo anche una moratoria sullo scambio di accuse tra i due paesi. Manovre che non solo Seul ha respinto, ma che ha anche ritenuto possano porre le basi di un confronto militare.
“(Il Sud) non dovrebbe insensatamente mettere in dubbio, male interpretare e respingere senza prenderle in considerazione le nostre proposte sincere e significative”, si legge nella lettera diffusa da Kcna.
La lettera avrà una risposta formale forse entro la serata di oggi, ma il ministero della Difesa sudcoreano ha già messo in guardia verso possibili “ragioni nascoste del nemico”.
Per molti aspetti non si tratta di iniziative e risposte nuove ai due lati della linea d’armistizio sul 38° parallelo. Ogni anno in questo periodo il Nord intensifica proclami, critiche e minacce in vista elle manovre congiunte sudcoreane e statunitensi tra febbraio e aprile che Pyongyang sostiene siano prove di un’invasione.
Lo scorso anno, avevano avviato un periodo di tensioni più dure del solito, con il Nord a minacciare attacchi nucleari e le successive manovre sulla penisola di bombardieri statunitensi in grado di portare ordigni atomici.
Con un’operazione non nuova anche questa, ma particolarmente insidiosa, la leadership militare nordcoreana esorta il Sud a proseguire pure le manovre, ma da solo, chiudendo le porte all’alleato che sul territorio sudcoreano ha oltre 28.000 uomini, mezzi e importanti basi congiunte. La Repubblica di Corea è posta sotto la protezione dell’ombrello nucleare statunitense e gli accordi bilaterali consentono agli Stati Uniti di prendere il controllo del comando congiunto in caso di un conflitto su ampia scala con l’imprevedibile rivale nordcoreano. Da tempo la presidente Park Geun-hye ha ordinato lo stato di allerta per prevenire possibili aggressioni. Una cautela accentuata dalle rivelazioni di questa mattina del quotidiano sudcoreano Joong Ang che, citando fonti riservate del governo, segnala come le recenti manovre militari nordcoreane avrebbero incluso la simulazione di un attacco contro lo scalo aeroportuale di Inchon, il maggiore della Corea del Sud.
Misna - Nella “lettera aperta” elaborata dai responsabili della Commissione per la difesa nazionale, massimo organo militare del paese, per ordine diretto del leader Kim Jong-un, si cita la volontà di perseguire “riconciliazione e unità”. La lettera, pubblicata dall’agenzia ufficiale d’informazione Kcna, fa seguito a una serie di iniziative che il governo di Seul ha respinto come “esercizi di propaganda”. La stessa Commissione per la difesa nazionale aveva fatto pervenire al Sud la settimana scorsa diverse proposte, offrendo anche una moratoria sullo scambio di accuse tra i due paesi. Manovre che non solo Seul ha respinto, ma che ha anche ritenuto possano porre le basi di un confronto militare.
“(Il Sud) non dovrebbe insensatamente mettere in dubbio, male interpretare e respingere senza prenderle in considerazione le nostre proposte sincere e significative”, si legge nella lettera diffusa da Kcna.
La lettera avrà una risposta formale forse entro la serata di oggi, ma il ministero della Difesa sudcoreano ha già messo in guardia verso possibili “ragioni nascoste del nemico”.
Per molti aspetti non si tratta di iniziative e risposte nuove ai due lati della linea d’armistizio sul 38° parallelo. Ogni anno in questo periodo il Nord intensifica proclami, critiche e minacce in vista elle manovre congiunte sudcoreane e statunitensi tra febbraio e aprile che Pyongyang sostiene siano prove di un’invasione.
Lo scorso anno, avevano avviato un periodo di tensioni più dure del solito, con il Nord a minacciare attacchi nucleari e le successive manovre sulla penisola di bombardieri statunitensi in grado di portare ordigni atomici.
Con un’operazione non nuova anche questa, ma particolarmente insidiosa, la leadership militare nordcoreana esorta il Sud a proseguire pure le manovre, ma da solo, chiudendo le porte all’alleato che sul territorio sudcoreano ha oltre 28.000 uomini, mezzi e importanti basi congiunte. La Repubblica di Corea è posta sotto la protezione dell’ombrello nucleare statunitense e gli accordi bilaterali consentono agli Stati Uniti di prendere il controllo del comando congiunto in caso di un conflitto su ampia scala con l’imprevedibile rivale nordcoreano. Da tempo la presidente Park Geun-hye ha ordinato lo stato di allerta per prevenire possibili aggressioni. Una cautela accentuata dalle rivelazioni di questa mattina del quotidiano sudcoreano Joong Ang che, citando fonti riservate del governo, segnala come le recenti manovre militari nordcoreane avrebbero incluso la simulazione di un attacco contro lo scalo aeroportuale di Inchon, il maggiore della Corea del Sud.
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