sabato, dicembre 21, 2013
Dicono che fuggire non sia un gesto molto nobile. Peccato: è così piacevole (Amélie Nothomb)

"De Docta Ignorantia" di Danilo Stefani 

Il ministro dell’Interno e vice premier Angelino Alfano ha proclamato con un’enfasi dai toni trionfalistici la cattura dei due evasi dai permessi premio, Piero Esposito e Bartolomeo Gagliano: “Questo è lo Stato che funziona. I cittadini possono nutrire grande fiducia”. Non si è sottratta alla “baldoria” il Guardasigilli Anna Maria Cancellieri, che si è espressa con un “evviva, evviva”. La Cancellieri ha inoltre ringraziato le forze dell’ordine che “in così breve tempo hanno assicurato due pericolosi ricercati alla giustizia”. Ora, se le parole hanno un senso, perché i “pericolosi” ricercati erano in permesso premio? Magari sono diventati pericolosi dopo la fuga; infatti, il serial killer Gagliano era addirittura classificato solo come un “rapinatore” dal direttore del carcere di Genova, che quindi non lo riteneva pericoloso.

Ma veniamo agli arresti. Piero Esposito si era recato da una donna dichiarata come “sorella” a Forlì, e camminava tranquillamente facendo conversazione con un telefono cellulare; si può immaginare la difficoltà nel localizzarlo e arrestarlo. Bartolomeo Gagliano, invece, ha fatto sudare “sette divise” alle forze dell’ordine francesi: arrestato a Mentone, in un’area di parcheggio, dove andava a riprendere l’auto (la stessa con cui era fuggito).

Davvero due latitanti di grandi risorse. Sì, ha ragione Alfano. Questo è uno Stato che funziona (ma al contrario): sembra più rischioso rubare la nutella che compiere reati e farsi una gita.

Dicono che fuggire non sia un gesto nobile. Peccato: è cosi ricreativo.

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