martedì, dicembre 24, 2013
Il cardinale Sepe ha presentato il presepe napoletano in piazza San Pietro

Aleteia - Il Cardinale Crescenzio Sepe ha presentato lunedì 23 dicembre ad un gruppo di giornalisti in Piazza San Pietro il presepe offerto dall'Arcidiocesi di Napoli a Papa Francesco. L'opera rappresenta un fiore all'occhiello per l'artigianato napoletano che a San Pietro avrà la sua vetrina internazionale. I fedeli di tutto il mondo avranno l'opportunità di ammirare le grandi capacità artistiche dei maestri presepiali partenopei che vantano una tradizione secolare. Il 24 dicembre è prevista l'inagurazione del presepe in Piazza San Pietro.

Il Cardinale Sepe, accompagnato dagli artigiani della ditta "Cantone & Costabile", che hanno realizzato l'opera insieme al professore Di Tuoro, era in compagnia del Governatore regionale della Campania Stefano Caldoro. «Era necessario fare un atto formale di donazione - ha raccontato il Cardinale alla stampa presente - e così la ditta Cantone, coadiuvata dal professore Di Tuoro che si è occupato dell'allestimento, ha voluto donarmi questo splendido presepe. Io, a mia volta, ho voluto donarlo al Papa. Il governatorato della Città del Vaticano ha accolto positivamente questa mia volontà». Papa Francesco, racconta l'arcivescovo di Napoli, «è rimasto contento della donazione».

Sepe ha detto che il presepe «è il mistero reale dell'incarnazione, non è solo la rappresentazione di San Giuseppe, Maria, il bue, l'asinello, i pastori. Ma in questo caso è espressione della vita quotidiana di Napoli con i suoi personaggi caratteristici, che viene sempre rappresentata con un'apertura verso il bambino. Attraverso questa rappresentazione Dio si fa uomo e assume in sé tutta la realtà esistenziale della vita quotidiana, in uno spicchio che è tipico dei nostri territori».

L'opera d'arte, secondo il porporato, è un vera e propria eccellenza "made in Napoli". «Ho parlato diverse volte con il Papa dei grandi problemi che hanno Napoli e la Campania - ha spiegato Sepe - ma ci sono anche tante belle realtà che si possono raccontare. Ieri per esempio a Napoli abbiamo fatto un'asta di beneficenza per i bambini ammalati. E il presepe vuole essere una delle cose eccellenti che questa meravigliosa città può produrre e donare per il godimento artistico, un'eccellenza allo stesso tempo dal profondo significato religioso».

In vista della messa di Natale, a chi gli chiede che messaggio darà Papa Francesco ai pellegrini di tutto il mondo, il Cardinale ha replicato sicuro: «Per il Natale mi aspetto un grande messaggio di speranza da Papa Francesco. Lui conosce bene la realtà del mondo intero e saprà darci serenità con le sue parole, nel segno di una chiesa povera, la chiesa che ama lui, che sa donarsi agli altri».

Infine una sorpresa. Papa Francesco prossimamente farà tappa nel capoluogo napoletano. «Ho invitato il Santo Padre a venire Napoli - ha concluso Sepe - gli ho detto: "Santo Padre, adesso che Napoli vi ha donato il presepe, i napoletani attendono la sua visita, altrimenti mi portano in piazza e mi fucilano (ridendo ndr)". E il Papa verrà. Adesso vedremo tempi e modi per organizzare la visita. Farà una sorpresa, verrà quando meno ve lo aspettate».

L' idea degli artisti "Cantone & Costabile" è stato quello di donare un'opera d'arte con statue alte fino a due metri, per essere ben visibili fino in lontananza. In tutto sono 16: San Giuseppe con la Vergine Maria e Gesù Bambino, uno zampognaro, i Magi, una giovane donna accompagnata da un bambino, un uomo povero che cerca l'elemosina, alcune figure della tradizione napoletana, i pastori. Per realizzare la testa e gli arti è stata utilizzata terracotta policroma, gli occhi sono cristallizzati, i vestiti in tessuto. Le figure da presepe sono messi all'interno di un quadro che evoca appunto l'atmosfera rustica della Campania Felix. Il governatorato della Città del Vaticano ha confermato che quest'anno l'organizzazione del presepe è finanziata attraverso donazioni di benefattori, un modo per favorire il contenimento dei costi da parte della Santa Sede.

[Hanno collaborato Gelsomino Del Guercio e Ary Waldir Ramos Díaz]


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