Il 27 novembre è stato assegnato il Premio Amnesty Italia alla migliore opera della quinta edizione di "Tutti nello stesso piatto", Festival internazionale di cinema, cibo e videodiversità, svoltosi a Trento dal 5 al 27 novembre.
Amnesty - La giuria del premio Amnesty Italia era composta da: Maria Rosa Mura (Ideatrice Gioco degli Specchi. MigrantiCultura Società), Emiliano Bos (Giornalista e inviato della RadiotelevisioneSvizzera), Marco Pertile (Professore di diritto internazionale dei conflitti armati, Università di Trento e il Graduate Institute di Ginevra), Beatrice De Blasi (Direttrice artistica Festival), Alberto Lavelli (Ricercatore FBK e volontario Amnesty International), Maria Cadonna (Biologa e volontaria Amnesty International) e Riccardo Noury (portavoce Amnesty International).
La giuria ha deciso di assegnare il Premio Amnesty Italia "Io pretendo dignità" a "Solar Mamas" di Jehane Noujaim e Mona Eldaief, un'opera che mette in evidenza la tenacia, la caparbietà delle donne, la loro lotta contro il patriarcato e usi, costumi e tradizioni discriminatori.
L'esperienza raccontata nel film mostra che le vie della cooperazione allo sviluppo passano dalla tenacia, dall'originalità e dalla capacità di adattarsi alle realtà locali. "Solar Mamas" lascia un messaggio di speranza a cui è bello aggrapparsi. Allo stesso tempo, dimostra come il fatto che le donne siano obbligate a fare scelte tanto dolorose, di distanza fisica e affettiva, per poter realizzare le loro capacità sia un ulteriore ostacolo da sfidare e superare.
Decide inoltre di attribuire una menzione speciale a "Raising Resistance" di Bettina Borgfeld e David Bernet per la capacità di cogliere tutti i punti di vista, per la scelta di un tema veramente globale e per la capacità di creare continui collegamenti dal particolare al globale e viceversa. E' un film in grado di mobilitare, di far capire che senza il contributo di ciascuno e senza la disponibilità al sacrificio personale i diritti umani rischiano di restare formule vuote.
Il festival si è concluso con la proiezione speciale de "I discendenti del Giaguaro" documentario coprodotto dalla comunità nativa Sarayaku dell'Amazzonia ecuadoriana e Amnesty International. Il documentario girato in parte da Eriberto Gualinga, attivista sarayaku, ripercorre le tappe di un viaggio dei sarayaku da questa località fino al Costa Rica, sede della Corte interamericana dei diritti umani, per rivendicare i loro diritti alla terra minacciata dai progetti estrattivi di una multinazionale.
Amnesty - La giuria del premio Amnesty Italia era composta da: Maria Rosa Mura (Ideatrice Gioco degli Specchi. MigrantiCultura Società), Emiliano Bos (Giornalista e inviato della RadiotelevisioneSvizzera), Marco Pertile (Professore di diritto internazionale dei conflitti armati, Università di Trento e il Graduate Institute di Ginevra), Beatrice De Blasi (Direttrice artistica Festival), Alberto Lavelli (Ricercatore FBK e volontario Amnesty International), Maria Cadonna (Biologa e volontaria Amnesty International) e Riccardo Noury (portavoce Amnesty International).
La giuria ha deciso di assegnare il Premio Amnesty Italia "Io pretendo dignità" a "Solar Mamas" di Jehane Noujaim e Mona Eldaief, un'opera che mette in evidenza la tenacia, la caparbietà delle donne, la loro lotta contro il patriarcato e usi, costumi e tradizioni discriminatori.
L'esperienza raccontata nel film mostra che le vie della cooperazione allo sviluppo passano dalla tenacia, dall'originalità e dalla capacità di adattarsi alle realtà locali. "Solar Mamas" lascia un messaggio di speranza a cui è bello aggrapparsi. Allo stesso tempo, dimostra come il fatto che le donne siano obbligate a fare scelte tanto dolorose, di distanza fisica e affettiva, per poter realizzare le loro capacità sia un ulteriore ostacolo da sfidare e superare.
Decide inoltre di attribuire una menzione speciale a "Raising Resistance" di Bettina Borgfeld e David Bernet per la capacità di cogliere tutti i punti di vista, per la scelta di un tema veramente globale e per la capacità di creare continui collegamenti dal particolare al globale e viceversa. E' un film in grado di mobilitare, di far capire che senza il contributo di ciascuno e senza la disponibilità al sacrificio personale i diritti umani rischiano di restare formule vuote.
Il festival si è concluso con la proiezione speciale de "I discendenti del Giaguaro" documentario coprodotto dalla comunità nativa Sarayaku dell'Amazzonia ecuadoriana e Amnesty International. Il documentario girato in parte da Eriberto Gualinga, attivista sarayaku, ripercorre le tappe di un viaggio dei sarayaku da questa località fino al Costa Rica, sede della Corte interamericana dei diritti umani, per rivendicare i loro diritti alla terra minacciata dai progetti estrattivi di una multinazionale.
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