sabato, novembre 09, 2013
Un breve scritto del Beato Giovanni XXIII dove sono contenuti principi che il Concilio Vaticano II utilizzò per stendere il testo della Dei Verbum

di Carlo Mafera

La caratteristica principale di questa lettera di Papa Giovanni XXIII edita dalla Marcianum Press è la riscoperta della lettura popolare della Bibbia. Un concetto che adesso è stato attualizzato da molte realtà ecclesiali, una delle quali è la CEB, la Comunità Ecclesiale di Base, che tanto successo ha avuto nel sud America, proprio la zona da cui viene, guarda caso, il nostro amato Pontefice. E’ stata senz’altro un’intuizione profetica del Beato Giovanni XXIII che comprese che la Sacra Scrittura rappresenta “un nutrimento spirituale solido e unificante, una letizia serena”. Papa Roncalli, riprendendo le parole di San Lorenzo Giustiniani, protopatriarca di Venezia, a cui dedicò la lettera, disse che “la Bibbia è come il grano di frumento raccolto dai campi, battuto, importato, messo al fuoco e fatto pane: pane dell’intelletto e pane saporoso del cuore”.

Giovanni XXIII promosse con questa lettera la familiarità con la Bibbia perché si rese conto che solo la Parola di Dio è testimonianza divina del Verbo ed è la sola che prepara e rende possibile l’unione perfetta dell’uomo con Dio, facendogli così riscoprire la propria figliolanza. Papa Roncalli così conclude la sua lettera: ”La vita di ognuno è cosparsa di tribolazione: ma è pur bello, poiché tutto ciò che fu scritto, fu scritto a nostro ammaestramento affinché mediante la perseveranza e la consolazione delle Scritture, noi conserviamo la Speranza”. Insomma, la Bibbia è una buona e fedele compagna di viaggio per noi che dobbiamo compiere il nostro itinerario terreno.


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