Come preannunciato, sono iniziate oggi le operazioni per rimuovere dalla centrale nucleare di Fukushima-1 le 1500 barre di materiale radioattivo usate come combustibile per il reattore numero 4
Misna - Si tratta del primo passo verso il necessario smantellamento della centrale, un processo che impiegherà anni se non decenni. Un anno è previsto affinché venga spostato e messo in sicurezza il combustibile nucleare dell’unico reattore a non essere entrato in avaria dopo lo tsunami dell’11 marzo 2011, perché spento per manutenzione. Per questo, i contenitori lunghi quattro metri, riempiti con sfere di uranio, erano stati spostati in un’apposita vasca di raffreddamento.
Di conseguenza, il reattore non ha subito la fusione parziale del materiale fissile e della cella di contenimento dovuta alla mancanza di refrigerazione come per gli altri reattori. Tuttavia, esplosioni dovute all’idrogeno sfuggito dall’impianto hanno scoperchiato la struttura rendendola più vulnerabile a intensi eventi naturali. Da qui, e anche per il fatto che le barre non dovrebbero avere risentito della crisi della centrale, la decisione di spostarle altrove. Un’operazione delicata, sia per l’incertezza sullo stato di conservazione, sia per la possibilità che i contenitori dove le barre saranno collocate per spostarle – in gruppi di 22 – in una struttura di sicurezza, non siano sufficientemente sigillati.
Da oltre due anni e mezzo, con rischi non documentati sulla salute, le maestranze della centrale di proprietà dell’azienda energetica di Tokyo, Tepco, sono impegnate duramente per evitare la fusione del materiale radioattivo che potrebbe avere conseguenze devastanti. Il tentativo di raffreddare le parti in avaria dei reattori implica l’utilizzo di una immensa quantità d’acqua inviata poi a un numero crescente di serbatoi nell’area della centrale. Le costanti perdite, che infiltrano consistenti quantità di acqua radioattiva nel suolo e da qui nell’oceano, sono un secondo fronte di emergenza.
Misna - Si tratta del primo passo verso il necessario smantellamento della centrale, un processo che impiegherà anni se non decenni. Un anno è previsto affinché venga spostato e messo in sicurezza il combustibile nucleare dell’unico reattore a non essere entrato in avaria dopo lo tsunami dell’11 marzo 2011, perché spento per manutenzione. Per questo, i contenitori lunghi quattro metri, riempiti con sfere di uranio, erano stati spostati in un’apposita vasca di raffreddamento.
Di conseguenza, il reattore non ha subito la fusione parziale del materiale fissile e della cella di contenimento dovuta alla mancanza di refrigerazione come per gli altri reattori. Tuttavia, esplosioni dovute all’idrogeno sfuggito dall’impianto hanno scoperchiato la struttura rendendola più vulnerabile a intensi eventi naturali. Da qui, e anche per il fatto che le barre non dovrebbero avere risentito della crisi della centrale, la decisione di spostarle altrove. Un’operazione delicata, sia per l’incertezza sullo stato di conservazione, sia per la possibilità che i contenitori dove le barre saranno collocate per spostarle – in gruppi di 22 – in una struttura di sicurezza, non siano sufficientemente sigillati.
Da oltre due anni e mezzo, con rischi non documentati sulla salute, le maestranze della centrale di proprietà dell’azienda energetica di Tokyo, Tepco, sono impegnate duramente per evitare la fusione del materiale radioattivo che potrebbe avere conseguenze devastanti. Il tentativo di raffreddare le parti in avaria dei reattori implica l’utilizzo di una immensa quantità d’acqua inviata poi a un numero crescente di serbatoi nell’area della centrale. Le costanti perdite, che infiltrano consistenti quantità di acqua radioattiva nel suolo e da qui nell’oceano, sono un secondo fronte di emergenza.
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