Aiuto alla Chiesa che Soffre ha stanziato un contributo straordinario di 100mila euro in favore delle vittime del tifone Haiyan. Gli aiuti saranno distribuiti attraverso la Conferenza episcopale delle Filippine che potrà così donare viveri, acqua potabile e medicine alla popolazione in difficoltà.
«È per noi un dovere, in un momento così tragico, rispondere alla drammatica crisi umanitaria – ha dichiarato Regina Lynch, responsabile internazionale della sezione progetti di ACS – Non appena la situazione sarà stabilizzata, stanzieremo nuovi e più ingenti contributi per ricostruire chiese e altri edifici religiosi. I danni sono molto ingenti: ci hanno informato anche della distruzione di un seminario».Il contributo straordinario è stato approvato martedì scorso dal presidente esecutivo internazionale di ACS Joannes von Heereman. Venerdì 8 novembre il ciclone tropicale si è abbattuto sull’arcipelago, causando, secondo le ultime stime ufficiali, quasi 4mila morti. Risultano invece disperse oltre 1200 persone.
«Nelle Filippine siamo abituati a questo tipo di calamità naturali – ha dichiarato ad ACS padre Edwin Gariguez segretario esecutivo di Caritas Filippine – Qui i tifoni vanno e vengono, ma non avevamo mai visto nulla di simile. Haiyan è stato veramente devastante: la popolazione è disperata, in molti sono tuttora in cerca dei propri cari e in troppi hanno perso la vita».
Padre Gariguez ci riferisce delle enormi difficoltà per raggiungere le vittime nelle aree più isolate e nelle isole più piccole. «Le poche informazioni disponibili ci sono fornite dalle parrocchie locali – spiega – Purtroppo vi sono zone inaccessibili perfino per il governo, dove in tanti hanno bisogno.
Le province di Samar e di Leyte sono tra le maggiormente affette dal ciclone. La città di Tacolban, capoluogo di Leyte, è stata quasi interamente distrutta. Fonti locali informano ACS che le 15 parrocchie locali ed il monastero di St. Nino si sono trasformate in centri deputati alla distribuzione.
Tragiche notizie giungono ad ACS anche da altre regioni. Ad Iloilo, nell’omonima provincia, è andato distrutto il 95% delle costruzioni, mentre nella provincia di Cebu tutti gli abitanti di Bogo,Daanbantayan e Bantayan sono rimasti senza casa. Alcuni sacerdoti dell’isola di Busuanga raccontano poi di oltre 600mila famiglie appartenenti alla tribù Tagbanua costrette a lasciare le proprie abitazioni.
Aiuto alla Chiesa che Soffre continuerà a sostenere la Chiesa delle Filippine nella sua opera al fianco della popolazione locale. Chiunque lo desideri può contribuire con una donazione.
«È per noi un dovere, in un momento così tragico, rispondere alla drammatica crisi umanitaria – ha dichiarato Regina Lynch, responsabile internazionale della sezione progetti di ACS – Non appena la situazione sarà stabilizzata, stanzieremo nuovi e più ingenti contributi per ricostruire chiese e altri edifici religiosi. I danni sono molto ingenti: ci hanno informato anche della distruzione di un seminario».Il contributo straordinario è stato approvato martedì scorso dal presidente esecutivo internazionale di ACS Joannes von Heereman. Venerdì 8 novembre il ciclone tropicale si è abbattuto sull’arcipelago, causando, secondo le ultime stime ufficiali, quasi 4mila morti. Risultano invece disperse oltre 1200 persone.«Nelle Filippine siamo abituati a questo tipo di calamità naturali – ha dichiarato ad ACS padre Edwin Gariguez segretario esecutivo di Caritas Filippine – Qui i tifoni vanno e vengono, ma non avevamo mai visto nulla di simile. Haiyan è stato veramente devastante: la popolazione è disperata, in molti sono tuttora in cerca dei propri cari e in troppi hanno perso la vita».
Padre Gariguez ci riferisce delle enormi difficoltà per raggiungere le vittime nelle aree più isolate e nelle isole più piccole. «Le poche informazioni disponibili ci sono fornite dalle parrocchie locali – spiega – Purtroppo vi sono zone inaccessibili perfino per il governo, dove in tanti hanno bisogno.
Le province di Samar e di Leyte sono tra le maggiormente affette dal ciclone. La città di Tacolban, capoluogo di Leyte, è stata quasi interamente distrutta. Fonti locali informano ACS che le 15 parrocchie locali ed il monastero di St. Nino si sono trasformate in centri deputati alla distribuzione.
Tragiche notizie giungono ad ACS anche da altre regioni. Ad Iloilo, nell’omonima provincia, è andato distrutto il 95% delle costruzioni, mentre nella provincia di Cebu tutti gli abitanti di Bogo,Daanbantayan e Bantayan sono rimasti senza casa. Alcuni sacerdoti dell’isola di Busuanga raccontano poi di oltre 600mila famiglie appartenenti alla tribù Tagbanua costrette a lasciare le proprie abitazioni.
Aiuto alla Chiesa che Soffre continuerà a sostenere la Chiesa delle Filippine nella sua opera al fianco della popolazione locale. Chiunque lo desideri può contribuire con una donazione.
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