sabato, ottobre 19, 2013
Pier Luigi Guiducci, storico della Chiesa, ci racconta nel trimestrale Salesianum la storia della scoperta dell’inno devozionale a Maria, Madre di Dio

di Carlo Mafera

Theotókos era il titolo che il Concilio di Efeso aveva coniato per Maria sintetizzando così l’intera dottrina di Cristo, di Maria stessa e di tutta la redenzione: Benedetto XVI, aprendo l’11 ottobre 2010 il Sinodo per la Chiesa in Medio Oriente, ricordava proprio questa grande verità di Maria Madre di Dio. Per la solenne proclamazione dogmatica ci volle il Concilio di Efeso del 431, ma evidentemente la fede popolare arrivò prima a questa meravigliosa conclusione. Questo concetto fu ritrovato per la prima volta su un frammento di papiro, più piccolo di una cartolina postale, ritrovato in Egitto e acquistato nel 1917 dalla John Rylands University Library di Manchester, e pubblicato in seguito per la prima volta da C. H. Roberts a Cambridge nel 1938. Al di là dei problemi e delle difficoltà del testo in gran parte mutilo, la sua importanza è indiscussa e indiscutibile: in esso infatti troviamo l’appellativo Θεοτόκος (Theotókos) riferito alla Vergine Maria. Infatti il professor Colin Henderson Roberts, membro del comitato scientifico della Oxford University, sostenne che il titolo "Madre di Dio" era stato usato per la prima volta da Atanasio, patriarca di Alessandria d'Egitto morto nel 373. Sir Harold Idris Bell, papirologo specializzato in reperti egiziani di epoca romana, ritenne che il papiro era un esemplare destinato ad essere usato come modello per un incisore. Ma a contribuire efficacemente all'identificazione e datazione dell'importante reperto fu un monaco benedettino, Feuillien Mercenier, membro di una comunità monastica belga.

Questo papiro fa parte di un lotto di papiri recuperato da un esperto di archeologia, paleografia e storia delle religioni dell'Università di Manchester, James Rendel Harris. Non si conosce, però, né il luogo esatto dove il ricercatore ha comprato il Papyrus Rylands 470 né la provenienza dei reperti. Si sa solo che la raccolta si trovava in terra egiziana fino al termine del primo conflitto mondiale.

L'Università di Manchester fece esaminare il Papyrus Rylands 470 dai suoi esperti che lo datarono in un periodo compreso tra il III ed il IV secolo d.C., ma colui che riconobbe la marianità del testo fu il citato Padre Mercenier. Infatti quando egli si procurò il testo del papiro e la traduzione latina della versione in copto, quale profondo esperto di studi orientali e liturgici non ebbe difficoltà a riconoscere l'antichissima invocazione mariana del "Sub tuum praesidium", che si può considerare l’antesignana dell’Ave Maria, ora storicamente accertata. L'invocazione si ispira a testi biblici, soprattutto tratti dalla ‘Bibbia dei Settanta’. Cosi specifica Guiducci sul concetto di ‘praesidium’: “La Vergine Maria, quindi, è il presidio dei cristiani, è la madre a cui ci si rivolge, perché si è sicuri che si verrà ascoltati e sostenuti, specie nei momenti più difficili, sapendo che intercederà presso il figlio Gesù. In particolare questa preghiera mostra una stretta relazione con la Chiesa dei Martiri, esprimendo l’atteggiamento di un popolo che soffre per uno stato permanente di pericolo e che anela la liberazione: è attendibile un collegamento con le persecuzioni di Decio e Valeriano. Infatti – conclude Guiducci – durante il regno di Decio molti africani furono uccisi a causa della loro fede in Gesù: e tali persecuzioni si scatenarono proprio in quelle zone ove fu composto il primitivo testo del ‘Sub tuum praesidium’”. E, particolare non secondario, è da sottolineare che Maria è invocata non quale mediatrice presso il Figlio ma come soggetto agente, come capace di proteggere il popolo che la prega. Θεοτόκος, Dei genetrix, Madre di Dio non è dunque solo un titolo dall’alto valore dogmatico, usato dai teologi e dai vescovi, ma è anche un termine di uso comune come il Papyrus Rylands 470 dimostra. Ed è addirittura un termine dalla significativa valenza liturgica: è infatti dalla preghiera popolare che si impara a conoscere la fede della Chiesa, è dalla preghiera della Chiesa che si viene a conoscere la sua fede, dalla liturgia in particolare, che è “la prima e indispensabile fonte dalla quale i fedeli possono attingere il genuino spirito cristiano”.

L'inizio è veramente significativo perché richiama l'immagine dell'ombra delle ali, che ricorda la protezione divina accordata anche da alcune divinità egiziane. Il termine ‘praesidium’ è di origine chiaramente militare e si riferisce ad un luogo ben difeso, un presidio, appunto, all'interno del quale si rifugiavano coloro i quali erano perseguitati a causa della fede. La scoperta di questo papiro dimostra quindi che la prima invocazione mariana risale a non più tardi del III secolo ed è precedente al Concilio di Efeso.


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