venerdì, ottobre 04, 2013
In visita presso la Sala della Spoliazione del Vescovado, Papa Francesco si è rivolto sempre a braccio ai presenti richiamando il significato di quel luogo in cui san Francesco si spogliò dei suoi abiti nelle mani del vescovo Guido


di Monica Cardarelli

Papa Bergoglio ha iniziato il suo messaggio ricordando come questi giorni i media abbiano creato molta attenzione introno a questa sua visita preannunciando parole significative per la Chiesa. Ha quindi voluto precisare che “Questa è una buona occasione per fare un invito alla chiesa di spogliarsi ma la chiesa siamo tutti. Dal primo battezzato, tutti siamo chiesa e tutti dobbiamo andare per la strada di Gesù che ha fatto una strada di spoliazione lui stesso, ed è diventato servo, servitore, ha voluto essere umiliato fino alla croce. E se noi vogliamo essere cristiani non c’è un’altra strada. Ma non possiamo fare un cristianesimo un po’ più umano, dicono no? Senza croce, senza Gesù, senza spoliazione? E diventeremo cristiani di pasticceria come delle torte, delle cose dolci, ma non cristiani davvero.

“Ma di che cosa deve spogliare la chiesa, - ha proseguito papa Francesco - Di un pericolo gravissimo, che minaccia ogni persona nella chiesa, tutti: il pericolo della mondanità. Non può convivere con lo spirito del mondo la mondanità che ci porta alla vanità, alla prepotenza, all’orgoglio. Questo è un idolo e l’idolatria è il peccato più forte. Quando nel mezzi di comunicazione si parla della chiesa credono che la chiesa sono i preti, le suore, i vescovi, i cardinali, il papa…ma la chiesa siamo tutti noi e tutti noi dobbiamo spogliarsi di questa mondanità, lo spirito contrario alle beatitudini, lo spirito contrario allo spirito di Gesù.”

“È tanto triste trovare un cristiano mondano, sicuro di quelle sicurezze che gli dà il mondo. Non si può lavorare dalle due parti. La chiesa, tutti noi devono spogliarsi dalla mondanità. Gesù stesso ci diceva non si può servire due padroni, o Dio o il denaro. Nel denaro c’è tutto questo spirito mondano. Noi non possiamo, è triste cancellare con una mano quello che scriviamo con l’altra. Il Vangelo è il Vangelo,Dio è l’unico. E Gesù si è fatto servitore per noi e lo spirito del mondo non c’entra qui. Oggi con voi, tanti di vi siete stati spogliati da questo mondo selvaggio che non dà lavoro, che non aiuta,per cui non importa, se ci sono bambini che muovono di fame nel mondo.”

“Non importa se tante famiglie non hanno da mangiare, non hanno la dignità di portare il pane a casa. Non importa se tanta gente deve fuggire dalla schiavitù, dalla fame. Fuggire cercando la libertà e con quanto dolore tante volte, trovano la morte come è successo ieri a Lampedusa. Ma oggi è un giorno di pianto, questo forse lo fa lo spirito del mondo. È proprio ridicolo che un cristiano, un cristiano vero, che un prete, una suora, un vescovo, un cardinale, un papa vogliano andare sulla strada di questa mondanità che è un atteggiamento omicida. La mondanità spirituale uccide, uccide l’anima, le persone, la chiesa.”

Parole forti e sentite quelle di papa Bergoglio che forse tutti si aspettavano ma che oggi risuonano con sempre più intensità, perché pronunciate nei luoghi che ancora esprimono umiltà ed essenzialità. E conclude ricordando come “quando Francesco qui ha fatto quel gesto di spogliarsi, lui era un ragazzo giovane, non aveva forze. È stata la forza di Dio che lo ha spinto a fare questo, che voleva ricordarci quello che Gesù ha pregato al padre perché ci salvasse dallo spirito del mondo. Oggi qui chiediamo la grazia per tutti i cristiani che il Signore ci dia a tutti noi il coraggio di spogliarci dello spirito del mondo che è il cancro della società,il nemico di Gesù e chiedo al Signore che a tutti noi dia questa grazia, di spogliarci. Grazie.”


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