mercoledì, ottobre 02, 2013
“Comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro”: questo il tema che sarà approfondito il prossimo anno

di Carlo Mafera

Il Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2014 vuole esplorare il potenziale della comunicazione, nel mondo sempre collegato e in rete, per far sì che le persone siano sempre più vicine e si costruisca un mondo più giusto. "L'essere umano - è scritto nell'annuncio del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali - si esprime soprattutto nella capacità di comunicare. Nella comunicazione possiamo tanto esprimere noi stessi, quello in cui crediamo, quanto conoscere le persone con cui siamo chiamati a vivere".

Il Papa ha subito dimostrato che cosa intende per comunicazione, per dialogo. Lo ha fatto rivolgendosi ad un mezzo di comunicazione non cattolico, ed accettando la provocazione dialettica di un giornalista che si dichiara non credente. Papa Francesco ha fatto un'affermazione insolita per un Pontefice: "La verità è soggettiva". Si tratta di una dichiarazione che appare a prima vista come rivoluzionaria. Ma ad un’analisi più approfondita, però, l'affermazione del Papa è di una semplicità disarmante: se è vero che la verità sta dentro ciascuno di noi, se è vero che ciascuno di noi è per sua natura depositario di una piccola percentuale del vero, da ciò discendono per tutti un dovere ed un diritto: il dovere di far conoscere agli altri il nostro contributo alla verità e il diritto di essere presi in considerazione.

Dall’altra parte c’è una massa di persone desiderosa di avere delle risposte alle loro domande di senso e sostanzialmente esistenziali. La grande agorà telematica che è adesso il social network può essere il luogo di incontro per lo scambio proficuo di informazioni. Quelle dei cosiddetti “lontani” che vogliono essere edotti alle verità evangeliche e lo fanno con grande pudore ma, nello stesso tempo, con tanta curiosità. Infatti come giustamente diceva il documento della Giornata Mondiale delle Comunicazioni del 2011: “Gran parte della dinamica attuale della comunicazione è orientata da domande alla ricerca di risposte. I motori di ricerca e le reti sociali sono il punto di partenza della comunicazione per molte persone che cercano consigli, suggerimenti, informazioni, risposte. Ai nostri giorni, la Rete sta diventando sempre di più il luogo delle domande e delle risposte; anzi, spesso l’uomo contemporaneo è bombardato da risposte a quesiti che egli non si è mai posto e a bisogni che non avverte. Il silenzio è prezioso per favorire il necessario discernimento tra i tanti stimoli e le tante risposte che riceviamo, proprio per riconoscere e focalizzare le domande veramente importanti. Nel complesso e variegato mondo della comunicazione emerge, comunque, l’attenzione di molti verso le domande ultime dell’esistenza umana: chi sono? che cosa posso sapere? che cosa devo fare? che cosa posso sperare? E’ importante accogliere le persone che formulano questi interrogativi, aprendo la possibilità di un dialogo profondo, fatto di parola, di confronto, ma anche di invito alla riflessione e al silenzio, che, a volte, può essere più eloquente di una risposta affrettata e permette a chi si interroga di scendere nel più profondo di se stesso e aprirsi a quel cammino di risposta che Dio ha iscritto nel cuore dell’uomo.

Questo incessante flusso di domande manifesta, in fondo, l’inquietudine dell’essere umano sempre alla ricerca di verità, piccole o grandi, che diano senso e speranza all’esistenza. L’uomo non può accontentarsi di un semplice e tollerante scambio di scettiche opinioni ed esperienze di vita: tutti siamo cercatori di verità e condividiamo questo profondo anelito, tanto più nel nostro tempo in cui “quando le persone si scambiano informazioni, stanno già condividendo se stesse, la loro visione del mondo, le loro speranze, i loro ideali”. E qui viene in soccorso la conoscenza della filosofia che diventa il ponte di congiunzione tra il pensiero laico e quello religioso mentre la teologia cattolica non ha, al suo interno, il linguaggio adatto per arrivare ai “lontani”. La conoscenza della filosofia diventa la base sulla quale fondare il dialogo interreligioso e il dialogo tra la Chiesa e il mondo.

Papa Francesco, fautore di questa logica dell’incontro, afferma, come si diceva, che la verità del cristiano (e anche del non cristiano) è soggettiva e se la verità è soggettiva, ciò significa che la si raggiunge soltanto mediante la dialettica. Vi è dunque un dovere, che consiste nel mettere in comune questa parte della verità che sta in noi, e vi è anche un diritto, quello di essere ascoltati dagli altri, perché il nostro apporto possa contribuire alla comune ricerca e quindi al bene di tutti. Se la ragione è di ogni uomo, se la parte di verità apportata da ciascuno ha sempre una dignità ed una importanza, non bisogna rifiutare il dialogo, la dialettica , il transito delle idee da un uomo all'altro. Quindi non è morale, e non è degno di un cristiano, sottrarsi a questo confronto.

In un mondo in cui prospera il relativismo, il pensiero debole, il particolarismo intollerante ed esclusivo, la Chiesa si propone come soggetto del dialogo, ma anche come luogo - luogo perfino fisico, in certi casi - in cui tale dialogo può avvenire. Il luogo che la Chiesa indica come possibile terreno di incontro è anche il Network. E’ stata una felice intuizione di Giovanni Paolo II che incoraggiò l’uso della rete per l’evangelizzazione e dietro di lui, gli fece eco il suo successore Benedetto XVI che, nella Giornata Mondiale della Comunicazione del 2012 ebbe a dire : “La sfida che i network sociali devono affrontare è quella di essere davvero inclusivi: allora essi beneficeranno della piena partecipazione dei credenti che desiderano condividere il Messaggio di Gesù e i valori della dignità umana, che il suo insegnamento promuove. I credenti, infatti, avvertono sempre più che se la Buona Notizia non è fatta conoscere anche nell’ambiente digitale, potrebbe essere assente nell’esperienza di molti per i quali questo spazio esistenziale è importante. L’ambiente digitale non è un mondo parallelo o puramente virtuale, ma è parte della realtà quotidiana di molte persone, specialmente dei più giovani. I network sociali sono il frutto dell’interazione umana, ma essi, a loro volta, danno forme nuove alle dinamiche della comunicazione che crea rapporti: una comprensione attenta di questo ambiente è dunque il prerequisito per una significativa presenza all’interno di esso.” Pertanto il social network è diventato il luogo di incontro privilegiato per il confronto, il dialogo con il mondo ed è un canale molto importante per l’evangelizzazione. Una sorta di “cavallo di troia” e cioè un felice stratagemma che, introducendosi a pieno titolo nella rete la feconda e la vitalizza con il lievito del Vangelo.

Ma la Chiesa non rinnega le modalità del passato, anzi le promuove e le attualizza vieppiù. Mi riferisco al convegno che si svolge attualmente a Roma, per iniziativa della Comunità di Sant'Egidio, tra le religioni, oppure all'incontro ad Assisi con il Papa nel giorno di San Francesco, un’occasione di dialogo ecumenico in cui la Chiesa dimostra di non rinnegare formalmente le proprie modalità evangelizzatrici del passato, ma al contrario di essere in prima linea nel diffondere tutte le possibilità in cui si manifestano la libertà di coscienza, di pensiero, di parola, di stampa, nel mondo. Che ben venga dunque la Giornata delle Comunicazioni sociali del 2014 dove uomini e donne di buona volontà di tutto il mondo potranno liberamente confrontarsi!

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