lunedì, ottobre 28, 2013
Un concentrato di pensieri ultravitaminici per affrontare serenamente le difficoltà della vita quotidiana

di Nadia Velardo

Un’invitante, lucida mela rossa campeggia sulla copertina dell’ultimo lavoro editoriale di François Garagnon. Una mela che sotto la luce di un riflettore staglia contro il bianco dell’edizione in brossura, pubblicata da Paoline, un’ombra che rivela un cuore. È un invito dell’autore a mordere con gusto la vita, cercando l’eccezionale non in un’ipotetica circostanza straordinaria o in un favore della sorte, ma nell’ombra proiettata dell’ordinario. Nella nostra vita si alternano dolore e gioia, delusione e speranze, vittorie e sconfitte ed è proprio in questi incastri apparentemente sbagliati che molti di noi si smarriscono e rischiano di perdere l’entusiasmo di vivere. Ogni giorno dovrebbe invece rappresentare l’occasione per rinnovare il nostro sguardo sull’essenziale, per vedere il lato buono di ogni cosa, per convincerci che dove c’è ombra c’è anche luce.

Garagnon ci guida lungo questa proiezione di sguardo positivo con un ottimismo estremamente contagioso. Il libro dello scrittore francese si presenta come una raccolta di pensieri che – partendo da massime e citazioni di vari autori e pensatori – spingono ad “addentare” con passione la vita, per rivitalizzare e tonificare il corpo e lo spirito. C’è un pensiero rinvigorente per ogni giorno dell’anno, in una sorta di calendario perpetuo a cui attingere, come a un ricostituente, per trovare la forza di vivere in maniera obiettiva e positiva. Ogni pagina offre uno stimolo per coltivare lo stupore, segreto di serenità e di gioia; ogni brano regala un pensiero terapeutico a cui è affidato il compito di curare e guarire l’anima, spesso così distratta da non riuscire a vedere la bellezza che le passa accanto.

Garagnon ci suggerisce diversi livelli di lettura, in una sorta di posologia delle sue pillole di saggezza. Il libro si può leggere pagina dopo pagina, e quindi giorno per giorno, oppure per tema, seguendo l’indice degli argomenti, o ancora nel modo forse più bello: aprendo a caso e lasciando cadere gli occhi sulle parole che probabilmente si riveleranno essere quelle di cui in quel momento abbiamo più bisogno, e che diventeranno un eccezionale rimedio contro le nuvole grigie che a volte si addensano nell’interiorità.

E per parlare di questo libro, dunque, perché non aprirlo a caso e lasciarlo parlare da sé? «…Si dice spesso che un buon modo di ridimensionare un problema è cambiare prospettiva. Infatti, più guardiamo un ostacolo da vicino, più ci sembra grande, imponente, insormontabile. Bisogna lasciar scorrere la vita, prendere le distanze, guardarla dall’alto. Allora, tutto si alleggerisce e i nodi si sciolgono. E il problema non scompare come per incanto, ma almeno non lo prendiamo per ciò che non è. Invece di lasciarcene imprigionare, ce ne distacchiamo. Ci ritroviamo nello stato di sollievo del bambino al termine di un racconto, dopo i brividi di fronte alle minacce che lo circondavano. Identifichiamo i nostri grandi lupi cattivi, le nostre streghe malvagie, e aspettiamo di conoscere la fine della storia invece di inventare gli episodi più funesti! La felicità è arrivata così in fretta!».

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